Quelli coi sassi alle porte oggi erano in tre, come i tre porcellini: Dombrovskis, Avramopoulos e Katainen, rispettivamente vicepresidente della Commissione Ue, Commissario Europeo alla Migrazione e vicepresidente della Commissione.
Timmy Dombrovskis: «È chiaro che l’approccio alla formazione del nuovo Governo e l’approccio rispetto alla stabilità finanziaria deve essere quello di rimanere nel corso attuale, riducendo gradualmente il deficit e riducendo gradualmente il debito pubblico».
È chiaro? Capito. Come quando la maestra ti diceva: «È chiaro che non potete copiare».
Tommy Avramopoulos: «Speriamo che col nuovo governo in Italia non ci siano cambiamenti sulla linea della politica migratoria».
Perché, era perfetta? O semplicemente buona? O minimamente decente?
Jimmy Katainen: «Non vedo segnali che gli Stati membri vogliano cambiare le regole o concedere eccezioni a Stati membri sul Patto di Stabilità e Crescita. La Commissione è guardiano dei trattati e tutte le regole del Patto di Stabilità e Crescita si applicano all’Italia».
Ci accorgiamo solo adesso che la sovranità nazionale non esiste più?
Solitamente, se non siamo in campagna elettorale, ci becchiamo questi consigli irrichiesti in silenzio. Renzi di questa pratica fu l’indiscusso maestro. Quando si sentiva il bruciore del discredito al culo diventava nazionalista.
Salvini invece nazionalista lo è sempre. Ed anche questa volta al commissario all’immigrazione ha bruscamente replicato: «Dall’Europa ennesima inaccettabile interferenza di non eletti. Noi abbiamo accolto e mantenuto anche troppo, ora è il momento della legalità, della sicurezza e dei respingimenti».
Però il problema di Salvini e della Lega è sempre quello. Dicono cose giuste ma si presentano male. Perché dicono solo quelle cose. Che alla fine sono slogan. E ti danno l’idea che dietro non vi sia nulla.
Ne conosco alcuni personalmente. Posso dire che non è vero.
Ma resta che non puoi dire sempre e solo le stesse cose contornate dal buonsenso. Perché il buonsenso lo diamo per scontato. Di per sé non trascina nessuno. Non infiamma nessuno. Leggetemi bene perché qui diventa sottile.
Se sei un politico e devi appassionare la piazza ma non sai farlo con una retorica bellezza, finisce che devi farlo sventolando i pugni e strabuzzando gli occhi. Devi diventare becero, devi fare il Mangiafuoco. Ma Mangiafuoco nel teatro delle marionette è un comprimario, perché fa una cosa sola, spaventa.
Salvini deve studiare un po’. Mica tanto, un po’.
Di Maio peggio, perché non è che non ha studiato, ha studiato da paraculo. Devi quindi abbattere e ricostruire. Viene più lunga. Viene troppo lunga.
Edoardo Varini