“La Verità” rende noto un episodio che i benpensanti fanatici del rispetto delle regole preferirono ignorare, ma che dà l’esatta misura dell’orrore che abbiamo vissuto grazie ad un regime dispotico e insensato. La sera del 27 novembre del 2021, un anziano, 80 anni, munito di regolare biglietto, l’unico titolo necessario per salire su un treno, in un mondo normale, viene fatto scendere da un solerte controllore perché privo del lasciapassare verde.
L’ uomo, malato e confuso, cammina sui binari, disorientato, e viene travolto da un altro treno.
Quel controllore adesso è giustamente sotto processo a Genova per abbandono di incapace e per morte sopraggiunta in conseguenza di questo reato. Ma non dovrebbe essere l’unico.
Chiunque abbia ubbidito a ordini disumani dovrebbe oggi pagare, in varia misura, soprattutto chi promulgò ed approvò queste leggi assurde, chi a vario titolo promosse questo clima di odio e di persecuzione.
Purtroppo qualcuno era (ed è tuttora) convinto che tutto ciò fosse necessario per salvare ( ! ) vite, ma per qualcun altro questa surreale situazione significò lo sdoganamento della prevaricazione e del controllo ossessivo che si tramutò in mero sadico esercizio di potere che consentì di poterla “fare pagare” a chi osava dissentire e perché, a dire di qualche sciamano, si opponeva alla soluzione del problema. La morte di Salvatore (così si chiamava l’ottantenne ucciso dal covidismo) non è stata l’unica causata dalla follia di questi ultimi tre anni; ad essa dobbiamo aggiungere le morti causate da Tachipirina e vigile attesa, dalle cure che esistevano ma venivano sorprendentemente negate, dalla disperazione e dalla miseria (quanti suicidi nascosti!), dagli eventi avversi di un trattamento sanitario che non si poteva prescrivere indiscriminatamente ed istericamente a tutti, dai ritardi con cui si sono curate malattie davvero letali ma passate in secondo piano per una ideologia assurda. Alla sbarra dovrebbero andare metaforicamente tutti coloro che hanno tifato per quel controllore, che “ha solo applicato le regole”, ignorando che questi ubbidiva solo ad una logica criminale ed avrebbe avuto il diritto di opporsi.
Anzi, il dovere.”
Stefano Burbi