C’è qualcosa di straordinario nella vita di una ranger italiana nella savana, di una cybercriminologa esperta in hackeraggio ed emerging crimes, di una donna direttore d’orchestra, di una pilota automobilistica trionfante sulle piste più impegnative del mondo, della signora degli abissi di Siracusa, del braccio di acciaio di Chiara, di un’eroina in lotta contro Cosa Nostra, della spazzina del cielo, dell’ultima tessitrice della “seta del mare”, del volto di punta del network televisivo del Qatar, dell’alpinista che ha completato in cordata la scalata dei quattordici giganti della Terra, di una testimonial contro l’ecstasy, della prima chef tre stelle Michelin.
Autori vari
DONNE COME NOI
Sperling & Kupfer, Milano, 2018
pp. 314, euro 17,90
Sono alcune delle cento donne contemporanee, tutte made in Italy, descritte in “Donne come noi”, una raccolta di storie vere, curata da 34 giornalisti del settimanale Donna Moderna, in occasione dei trent’anni della sua nascita. Una missione, più che un lavoro, la loro. Quella di trovare e raccontare esperienze eccezionali al femminile, per restituire importanza alle donne che combattono, a quelle di frontiera, a quelle che sfidano il destino, che lottano per un mondo migliore e che ci fanno sognare.
Una galleria di modelli a cui ispirarsi, in un tempo – forse il migliore della storia – in cui i successi delle donne iniziano a essere riconosciuti e valorizzati. Negli ultimi decenni il ruolo delle donne nella società è cambiato in modo esponenziale, a partire dalla conquista di quegli spazi professionali arbitrariamente occupati dagli uomini, per poi ridefinire i ruoli e gli equilibri all’interno della famiglia. Più meritocrazia, più parità di genere: questo è lo slogan di una rivoluzione ancora in corso, che coinvolge tutte. E il fatto che molte donne subiscano ancora discriminazioni, molestie o violenze non significa che non ci siano risultati, ma che non si può vincere una guerra con una sola battaglia.
Questo libro vuole essere uno stimolo, un esempio per chi è impegnato in questa rivoluzione nel lavoro, per strada, nella propria casa. Come scrive Annalisa Monfreda, direttrice di Donna Moderna, nella prefazione, “raccontare storie non è mai stato così importante. Perché oggi, più che di leggi, bonus e aiuti, noi donne abbiamo bisogno di allargare l’orizzonte della nostra immaginazione.”
Di tutte le cento storie, sono rimasta colpita da una in particolare, quella di Noemi Di Segni, quarantanove anni, laureata in Economia e commercio e in Giurisprudenza. Nel 2016 è diventata presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, conquistandosi un ruolo importante nella gerarchia religiosa, uno degli ambiti in assoluto più preclusi alle donne. E mi emoziona una citazione del Talmud, uno dei libri sacri dell’ebraismo: “La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… Un po’ più in basso del braccio per essere protetta. E dal lato del cuore per essere amata.”