Segnali non certo positivi dalla capitale Taipei, dove sono suonate le sirene alle 13.30, ora locale, per dare il via alle esercitazioni della durata di quattro giorni, chiamate “Wan An”, termine traducibile come “pace duratura”
Al via a Taiwan esercitazioni aeree contro l’eventualità di una guerra, mentre salgono le tensioni con la Cina. Nella parte settentrionale dell’isola, comprendente anche la capitale Taipei, sono suonate le sirene alle 13.30, ora locale, per dare il via alle esercitazioni della durata di quattro giorni, chiamate “Wan An”, termine traducibile come “pace duratura”.
Ai cittadini è arrivato un messaggio via sms in cui veniva ordinata l’evacuazione e a cui si chiedeva di rimanere in casa. La presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, dalla sua pagina Facebook, ha chiesto ai cittadini di non farsi prendere dal panico, alla ricezione del messaggio.
Le esercitazioni, con cadenza annuale, erano state sospese negli ultimi due anni a causa della pandemia di Covid-19. Video diffusi dai media locali mostrano strade deserte in pieno giorno, pattugliate solo da qualche agente di polizia. “È necessario fare preparativi nel caso di una guerra”, ha dichiarato il sindaco della capitale, Ko Wen-je, citando la possibilità di un attacco dalla Cina, che rivendica Taiwan come parte integrante del territorio cinese ed esercita pressioni diplomatiche, economiche e militari sull’isola.
Le crescenti tensioni con Pechino e l’invasione dell’Ucraina da parte dei soldati di Mosca hanno riaperto il dibattito a Taiwan riguardo alle misure da prendere in caso di un’invasione dell’isola da parte della Cina. Taiwan rimane il nodo più intricato da sciogliere nelle relazioni tra Cina e Stati Uniti: Pechino si oppone alla vendita di armi Usa a Taipei, ai transiti di unità navali nello Stretto che divide Taiwan dalla Cina, alle visite di esponenti dell’amministrazione Usa sull’isola, e a qualsiasi riconoscimento di Taiwan sul piano internazionale.
https://www.agi.it/estero/news/2022-06-02/taiwan-cina-usa-non-riusciranno-a-impedire-riunificazione-16956466/A innalzare la tensione, negli ultimi giorni, è la possibilità di una visita sull’isola della presidente della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, prevista per il mese prossimo, che sarebbe la missione di più alto livello di un esponente politico degli Stati Uniti dal 1997, quando si recò a Taipei l’allora speaker della Camera dei Rappresentanti, Newt Gingrich.
Pechino ha chiesto agli Usa di annullare la visita, ma avrebbe usato toni ancora più duri in forma privata contro l’amministrazione guidata da Joe Biden, secondo fonti citate dal Financial Times, lasciando intendere la possibilità di una risposta militare. Da Pechino nessun commento diretto è arrivato alla notizia del quotidiano della city, ma il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha ribadito che “se gli Usa insisteranno per la loro strada, la Cina adotterà misure ferme e potenti” per difendere la propria sovranità nazionale e integrità territoriale e che gli Stati Uniti dovranno essere ritenuti responsabili di tutte le “gravi conseguenze”
fonte AGI