Nel 1981 si attuò un golpe silenzioso, uno dei tanti che hanno funestato la storia della liberaldemocrazia nata nel 1946-48.
L’allora ministro del Tesoro ed esponente di spicco della DC di sinistra, Beniamino Andreatta, assieme all’allora governatore di Bankitalia, Carlo Azeglio Ciampi, decisero di togliere all’Italia la sua piena sovranità monetaria.
Fino a quel momento, il Tesoro aveva il controllo della sua banca centrale, Bankitalia, e poteva ordinare ad essa di acquistare i titoli di Stato emessi dal Tesoro stesso. Dopo, non più.
Il neoliberismo sabotò volutamente quell’impianto. È da quei fondamentali che dobbiamo ripartire. È dai nostri modelli culturali, sociali e religiosi che dobbiamo ripartire e non da quelli anglosassoni o sionisti che sono l’esatta negazione della nostra storia e della nostra morale.
Tesoro e Bankitalia vennero separate e il debito pubblico salì per questa ragione e non per la “corruzione”, così come sostenuto dalla vulgata neoliberale. C’era un impianto che funzionava alla perfezione ed era l’impianto dell’economia mista ispirata alla dottrina sociale della Chiesa.
Cesare Sacchetti