A cura di Valentina Saletti
Charisis S, Ntanasi E, Yannakoulia M, Anastasiou CA, Kosmidis MH, Dardiotis E, Gargalionis AN, Patas K, Chatzipanagiotou S, Mourtzinos I, Tzima K, Hadjigeorgiou G, Sakka P, Kapogiannis D, Scarmeas N.
Diet Inflammatory Index and Dementia Incidence: A Population-Based Study.
Neurology. 2021 Dec 14;97(24):e2381-e2391. doi: 10.1212/WNL.0000000000012973.
L’invecchiamento è associato ad alterazioni fisiologiche del sistema immunitario, che riguardano un processo chiamato immunosenescenza. Questo processo è caratterizzato da uno spostamento funzionale del sistema immunitario verso uno stato pro-infiammatorio di basso grado (inflammaging). Tale stato pro-infiammatorio sembrerebbe associato al deterioramento cognitivo e potrebbe contribuire alle cause più comuni di demenza. Diversi studi hanno mostrato che molti alimenti (nutrienti e non nutrienti) possono modulare lo stato pro-infiammatorio, sia a livello acuto che cronico, suggerendo che una determinata dieta potrebbe contrastare l’infiammazione e il rischio associato di demenza. Un recente studio pubblicato su Neurology ha analizzato l’associazione tra il potenziale infiammatorio della dieta, valutato con un indice composto da 45 parametri alimentari (“Diet Inflammatory Index”, DII) e il rischio di demenza in persone anziane senza una diagnosi di demenza che vivono in comunità. Gli autori hanno riportato che punteggi maggiori dell’indice DII, indicativi di un più alto potenziale pro-infiammatorio della dieta, erano correlati ad un maggiore rischio di sviluppare demenza negli anziani. Nonostante la validità e la riproducibilità di queste associazioni debbano essere accertate da ulteriori ricerche, tale studio potrebbe contribuire allo sviluppo di strategie di prevenzione primaria della demenza attraverso interventi dietetici mirati.
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