Di Armando Savini
Ogni volta che si parla di 5G evidenziandone gli effetti negativi sulla salute umana, c’è sempre qualche pseudo-debunker che bolla dogmaticamente l’articolo come fake news e l’autore come complottista, cioè, come uno che tende a interpretare ogni evento come un complotto o parte di un complotto, spesso sinonimo di paranoico o di soggetto in preda ad altri disturbi. Ma che dire quando le fonti ufficiali sono istituzioni del calibro del Joint Intermediate Force Capabilities Officedell’U.S. Department of Defense Non-Lethal Weapons Program (JNLWP) o della Federal Communications Commission (FCC) o, ancora, da personalità al di sopra di ogni sospetto? È per questo che esamineremo solo ed esclusivamente documenti ufficiali emessi da istituzioni pubbliche, anche perché oggi troviamo tutto scritto: bisogna solo trovare quello che cerchiamo e leggerlo attentamente. Nascondere le informazioni è molto difficile, se non impossibile. Inflazionare i dati, invece, è molto più facile, efficace ed efficiente.
Cominciamo con il paper pubblicato dalla FCC dal titolo “The Internet Of Things Poses Human Health Risks: Scientists Question The Safety Of Untested 5G Technology At International Conference”, dove si afferma esplicitamente che la tecnologia 5G appartiene alla stessa banda elettromagnetica dell’ADS, acronimo di Active Denial System, armi usate dall’esercito US per controllare e disperdere le folle. Questo sistema emette fascio di radiazioni elettromagnetiche sotto forma di onde millimetriche ad una frequenza di 95 GHz e ad una lunghezza d’onda di 3,2 mm.
La ricerca replicata mostra che le onde millimetriche – utilizzate dal Dipartimento della Difesa nelle armi di controllo della folla – interagisce con la pelle e gli occhi umani. Gli studi di ricerca israeliani presentati a una conferenza internazionale rivelano allo stesso tempo che le frequenze elettromagnetiche utilizzate per le armi di controllo della folla costituiscono il fondamento dell’ultima rete – etichettata come 5G – che collegherà più di 50 miliardi di dispositivi nell’Internet of Things. Le attuali indagini sulle frequenze wireless all’interno del range millimetrico e submillimetrico confermano che queste onde interagiscono direttamente con la pelle umana, in particolare con le ghiandole sudoripare. Il Dr. Ben-Ishai del Dipartimento di Fisica dell’Università Ebraica in Israele ha descritto recentemente in modo dettagliato come i dotti del sudore umano si comportano come una serie di antenne elicoidali quando sono esposti a questi lunghezze d’onda. Gli scienziati hanno avvertito che prima di lanciare le tecnologie 5G che utilizzano queste frequenze, andrebbe fatta prima una ricerca sugli effetti sulla salute umana al fine di garantire che il pubblico e l’ambiente siano protetti.