Tutti i vaccini attualmente in uso, compreso quello russo, utilizzano la proteina Spike per creare l’antigene (una sostanza esterna all’organismo che una volta entrata in contatto con questo induce una risposta immunitaria specifica, ndr) -spiega Stramezzi- Quindi, si crea nel nostro sistema immunitario una memoria antigenica: quando una persona che ha la memoria antigenica indotta da vaccino o da un incontro naturale col virus (anche inconsapevoli ex-asintomatici) entra in contatto con una variante, ovvero una Spike mutata, il suo corpo inizia a produrre comunque anticorpi. Ed è qui che subentra il problema. Mentre un anno fa eravamo terra vergine e non avevamo alcuna memoria del patogeno, ora possiamo incorrere in un rischio di reazione autoimmune in meno tempo. Se una persona è geneticamente predisposta rischia di andare in tempesta citochinica. Ma non più in 14 giorni, la reazione arriva veloce, massimo in 4. È quanto vediamo accadere, in alcuni casi già da Gennaio, in persone giovani e sane, che hanno già fatto il Covid asintomatico”. “Più aumentano i vaccinati, più sale il rischio”. “La reazione infiammatoria può subentrare in tutti, non conta l’età. E il problema è che la spike memorizzata dal sistema immunitario nel frattempo è già mutata – continua Stramezzi- Per questo in autunno, di fronte a una quarta ondata, al comparire dei primi sintomi bisognerà intervenire. I governi si devono preparare e informare i medici: chi ha già avuto il Covid o chi è vaccinato potrebbe incorrere in una reazione di questo tipo. Dipende, come ho detto, dalle innumerevoli varianti in circolazione”
(Fonte: Affari italiani). https://www.affaritaliani.it/coronavirus/covid-la-tempesta-di-citochine-arriva-dopo-tre-giorni-738114.html