Fra meno di 5 anni i consumatori potrebbe rivivere l’incubo della “rottamazione forzata” dei propri apparecchi tv. Nella nuova legge di Bilancio, ancora però da approvare, è già fissata la data per passare dall’attuale standard del digitale terrestre (DVB-T1) al DVB-T2, il digitale terrestre di seconda generazione: il 1° luglio 2022. A poco meno di 10 anni dal passaggio da analogico a digitale terrestre, dunque, ci ritroveremo ben presto alle prese con decoder esterni, cavi vaganti e televisori perfettamente funzionanti, con soli pochi anni alle spalle, da dover portare in discarica. Questa ennesima rivoluzione digitale è la conseguenza della nuova assegnazione delle frequenze voluta dall’Europa che, con una direttiva della Commissione, obbliga tutti i Paesi dell’Unione ad adottare il nuovo standard entro il 2022.
La nuova legge ha però già affrontato i primi step: dal 1° luglio 2016, infatti, i produttori non possono più immettere sul mercato televisori sprovvisti del nuovo standard di trasmissione o senza il codec H265/HEVC. Dal 1° gennaio 2017 anche i rivenditori si sono dovuti adeguare, non potendo di fatto più vendere i “vecchi” televisori. La legge, però, ha già fatto un passo indietro: probabilmente per tanti rivenditori disfarsi dei televisori “fuori legge” entro il 2016 era davvero ambizioso, così la normativa ha avuto un’integrazione. È stata quindi introdotta la possibilità ai negozi di commercializzare le TV con il digitale terrestre DVB-T, a patto che queste vengano vendute abbinate a un decoder DVB-T2 con codec HEVC.
Come riconoscere i televisori interessati
Chi possiede televisori che, allo stato attuale, non sono in grado di ricevere i segnali trasmessi in DVB-T2 o che non riescono a decodificare lo standard H265/HEVC, saranno costretti alla scomodità di avere un decoder per poter vedere correttamente tutti i canali – o cambiare la tv – e, in più, anche due telecomandi. I decoder sono in vendita nei negozi di elettronica a un prezzo che va dai 30 e che può superare anche i 250 euro. Al momento possiamo suddividere le tv in quattro gruppi:
- Tv antecedenti al 2010
Ricevono il segnale attraverso il digitale terrestre ma, già oggi, potrebbero non mostrare i canali in alta definizione, perché sprovvisti del supporto al codec MPEG4 - Tv del periodo 2010-2014
Ricevono in digitale terrestre, inclusi i pochi canali in alta definizione codificati in MPEG4 - Tv del periodo 2014-2015
Hanno il supporto allo standard DVB-T2 ma senza il supporto al più recente codec H265/HEVC - Tv del periodo 2015-2016
Supportano lo standard DVB-T2 e il più recente codec H265/HEVC.
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I leader di mercato si sono adeguati a partire dal 2015
Tra la metà del 2015 e l’inizio del 2016, buona parte dei produttori si è già attivata per commercializzare prodotti in linea con i nuovi standard. è il caso di Samsung che a fine 2016 ha proposto diverse promozioni per facilitare ulteriormente lo smaltimento delle scorte presenti nei punti vendita. E anche di Sony, che ha lasciato però ai punti vendita la decisione di adottare strategie di vendita ad hoc per limitare le scorte nei magazzini. Ad oggi comunque, ci risulta che gran parte dei televisori “non in regola” sono stati smaltiti.