Fabrizio Benedetti, professore di Neuroscienze all’ Università di Torino e membro dell’ Istituto Nazionale di Neuroscienze (INN)ci spiega nel suo libro l’effetto positivo e negativo delle parole nella cura di una patologia.
Da uno scienziato italiano di fama internazionale, un approccio rivoluzionario alla guarigione nel libro “La Speranza è un farmaco”
“A un certo punto, dopo le mie parole di speranza, la sua mano cominciò a muoversi. Poi l’intero braccio. Quelle parti, prima dolenti e immobili, ora potevano muoversi liberamente. Però la cosa che più mi sorprese è vedere che nel suo cervello, che stavamo scandagliando con un complicato macchinario, si attivavano le stesse zone che erano attivate dalla morfina. Eppure non le avevo somministrato nulla. Fu allora che per la prima volta mi resi conto che la speranza aveva attivato le stesse vie nervose del farmaco.”
Fabrizio Benedetti, uno dei massimi studiosi al mondo dell’effetto placebo, mostra come le parole e i farmaci abbiano lo stesso meccanismo d’azione: la parola può percorrere nel cervello le stesse vie biochimiche dei farmaci, provocando quindi gli stessi effetti sul nostro organismo.
Uno studio che testimonia l’importanza delle suggestioni verbali positive e negative e dimostra come la speranza abbia davvero il potere e la forza di modificare il cervello e il corpo umano.
Calando ciò che scrive il Professor Benetti nella situazione negativa che tutti noi stiamo vivendo a causa del Covid e al conseguente bombardamento di parole molto negative che ci investe ogni giorno con il mezzo televisivo, il nostro stress negativo potrebbe raggiungere e superare i livelli di guardia. Il consiglio è quello di leggere il libro del professore ma anche di spegnere la televisione. Eliminare la fonte del nostro malessere è una autodifesa da mettere in atto immediatamente, perchè tutti sappiamo che lo stress è la fonte di molte gravi malattie. Leggere le notizie sul giornale, ad esempio, è meno impattante.
Manuela Valletti