La cronaca di questi giorni ha messo in primo piano l’aspro scontro tra Madrid e Barcellona in merito alle rivendicazioni indipendentiste della Catalogna, dopo il contestato referendum di domenica scorsa.
Tra pochi giorni, il 22 ottobre, anche in Lombardia e Veneto si celebreranno due consultazioni popolari sulle richieste di maggiore autonomia, soprattutto fiscale, da parte delle due regioni. Il contesto però appare profondamente differente da quello iberico e ben difficilmente si assisterà alle scene rimbalzate in questi giorni sui media di tutto il mondo.
Con la mutazione genetica impressa da Matteo Salvini sembrano essere definitivamente tramontate le velleità indipendentiste del popolo del Nord, dove a questo punto vengono avanzate solo proposte di ulteriori competenze e risorse finanziarie.
Il referendum in questo caso ha solo un valore consultivo e le rivendicazioni delle due regioni, che hanno un sostegno trasversale tra le varie forze politiche, sono assolutamente legittime dal profilo costituzionale. Naturalmente le procedure per l’ottenimento di nuove prerogative regionali si prospettano lunghe e complesse.
In merito al voto in Lombardia e Veneto Gianfranco Pellegrino, docente di Filosofia politica alla LUISS di Roma – interpellato dal TG – evidenzia soprattutto la diversa cultura identitaria tra la realtà catalana e quella che una volta veniva chiamata la Padania.
tvsvizzera/spal con RSI (TG del 3.10.2017)