Come è nata la task force per far ripartire il Paese e che cosa potrebbe imporci
La conferenza stampa dello scorso venerdì è iniziata con sei ore di ritardo perchè il Premier Conte ha capito che era in atto un tentativo di commissariamento ai suoi danni e ha cercato di porci rimedio.
La task force creata per attivare la ripartenza del Paese dopo la mazzata del covid19, non era farina del sacco di Conte ma era stata “imposta” da Mattarella con l’avallo del PD e di Italia Viva. Quando il premier ne ha avuto consapevolezza ha cercato di sostituire qualche nome con persone di sua fiducia e ci è riuscito all’ultimo minuto, proprio prima della conferenza stampa.
Dando uno sguardo al gruppone che dovrà prendersi cura dell’Italia si constata subito la mancanza di una figura essenziale per il successo globale del lavoro, non c’è nemmeno un imprenditore. Vittorio Colao, a cui è affidata la direzione del gruppo, è stato Amministratore della Vodafone ed è uno dei migliori manager italiani, non si può dire altrettanto degli altri membri, professoroni anglosassoni, alti burocrati, assistenti sociali dai nomi roboanti, ma nulla di più. La squadra è certamente migliore di quella che ci governa, ma il tentativo di scalzare Conte è per il momento fallito.
Che cosa non dovrebbe fare la task force
La ripartenza del Paese è sacrosanta, ma sappiamo tutti che per diverso tempo, dovremo sottostare ad accorgimenti che limiteranno la nostra libertà per fare in modo che non ci sia un’ondata di ritorno del covid19.
Tra queste misure, pur utili se propinate a piccole dosi e per brevi periodi, potrebbero insinuarsi provvedimenti realmente preoccupanti per la nostra democrazia. Ciò che è avvenuto e sta avvenendo tuttora in Cina non ci lascia tranquilli: tracciature dei cellulari, limitazioni di movimento dei singoli, ricerca dei malati nelle case, sono provvedimenti inquietanti, soprattutto per chi si è fatto due mesi di quarantena. A tutto ciò occorre aggiungere un elemento assolutamente deleterio, la voce unica dei giornali schierati con il potere, e sono i più.
A questo proposito è stato lanciato un appello dal titolo “Il Ministero della Verità”dal giornalista Massimo Mazzucco che invita ad essere testimoni scomodi di ciò che potrebbe avvenire, appello che ha trovato l’adesione di molti altri giornalisti, cattedratici, premi Nobel, scrittori, tutte persone a cui l’articolo 21 della Costituzione e quindi la libertà e la democrazia, stanno molto a cuore. Noi siamo tra quelle.
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