abbandono universitario nella scuola italiana

La scuola italiana fa acqua da tutte le parti, la situazione è piuttosto preoccupante anche perché, probabilmente a causa della crisi economica, il nostro rimane uno dei paesi europei che investe di meno nella formazione dei suoi giovani: soltanto il 5,7 del Prodotto Interno Lordo, rispetto al 7,9 della Finlandia, al 5,9 della Francia e al 6,7 della Danimarca.

Se aggiungiamo poi a questi dati quello, altissimo, dell’abbandono scolastico non c’è davvero di che stare tranquilli. Il primo stop al proseguimento degli studi e quindi alla preparazione universitaria, si verifica nel passaggio tra la scuola superiore e l’università, dove per vari motivi, anche economici, circa il 30 per cento degli studenti rinuncia a continuare gli studi.

Ma da un’indagine Cepu, che da oltre trenta anni si occupa di recupero anni scolastici e della preparazione universitaria degli studenti, il numero degli iscritti che ogni anno abbandonano gli studi universitari prima della laurea è piuttosto elevato e questo a causa di difficoltà nel superamento, ad esempio, di un “esame scoglio” o di altre difficoltà momentanee nello studio.

Questa situazione si evidenzia soprattutto nella preparazione universitaria dove a fronte di un soddisfacente tasso di iscrizione degli studenti italiani al primo anno di università, dati superiori a quelli registrati da altri paesi europei (secondo i dati Ocse più recenti gli studenti universitari italiani del primo anno erano il 41,3 per cento dei giovani in età corrispondente rispetto al 34 per cento dei tedeschi, al 30,6 per cento dei francesi, al 26,6 dei britannici), si nota un preoccupante decremento degli studenti negli anni universitari successivi.

Accade anche che studenti che hanno abbandonato gli studi universitari per iniziare a lavorare per problemi famigliari, decidano poi di riprendere gli studi, riscontriamo infatti che le presenze nelle nostre università di persone dai 30 ai 45 anni è in costante aumento. A questi studenti particolari necessita un aiuto concreto per conciliare il lavoro con lo studio senza inutili perdite di tempo e con il massimo risultato.

Spesso gli abbandoni scolastici sono da imputare non solo alle carenze della scuola italiana a tutti i livelli, come si diceva prima, ma all’assenza di determinate figure cardine, nella vita scolastica degli studenti come, ad esempio, un referente didattico, che progetta il percorso di studio  dello studente sulla base delle sue caratteristiche, la figura del tutor personale, un esperto dell’apprendimento oltre che della materia di sua competenza, che affianca lo studente nel percorso di formazione e adotta le strategie più idonee per facilitare lo studi, il  metodo di studio che consente di impostare una strategia di preparazione mirata ed efficace e l’orientamento al risultato come obiettivo finali dei percorsi di formazione.

Questo per dire, senza tema di essere smentiti, che spesso le carenze strutturali della nostra scuola possono essere agevolmente superate con l’aiuto di istituti specializzati nel recupero scolastico che consentono di raggiungere i risultati sperati, tra questi citiamo CEPU che per la sua serietà, per la sua capillarità sul territorio e per l’esperienza accumulata in 30 anni di lavoro con gli studenti, è certamente in grado di garantire risultati certi e di soddisfazione.

Manuela Valletti

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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