Un’indagine del Sole 24ore definisce Milano la provincia più vivibile d’Italia, questo primato avrebbe come parametri il reddito, il lavoro e i servizi che promuoverebbero la metropoli lombarda. Permettetemi di dubitarne fortemente, sui parametri elencati dal giornale finanziario posso anche concordare, ma la qualità della vita è ben altra cosa.
La qualità di vita non può prescindere dalla sicurezza, dall’aria pulita da respirare, dai mq di verde vivibili presenti sul territorio, dalla vivibilità dei quartieri periferici nelle grandi città. I giornalisti del Sole dovrebbero dirci quali comuni della provincia milanese (ben 1o7) , hanno preso in considerazione.
I comuni della Provincia di Milano si sono spesso creati in prossimità della grande città e sono abitati da persone che a Milano lavorano, sono comuni dormitorio dell’Hhinterlan nati in funzione del lavoro e non offrono grande vivibilità a chi ci vive.
Non credo che la provincia di Milano sia un’esempio di vivibilità e per quanto riguarda la città metropolitana basterebbe interrogare i cittadini di Quarto Oggiaro, di Giambellino, di Chiesa Rossa per avere il polso della situazione, considerate che proprio ieri in uno di questi quartieri hanno cacciato a maleparole il Sindaco Sala che era andato da loro a tagliare il panettone. Quindi temo che Milano sia stata valutata solo per il suo centro e per alcuni quartieri dove giorno e notte c’è sorveglianza attiva, come ad esempio il City Life.
Non è finita qui, sempre sul Sole leggo:
“Come ogni anno l’indagine del Sole 24 Ore scatta una fotografia delle città italiane, scegliendo di inquadrare la questione della vivibilità urbana tramite 42 parametri per ciascuna provincia (107 in tutto), suddivisi in sei macro aree tematiche (Ricchezza e consumi, Affari e lavoro, Ambiente e servizi, Giustizia e sicurezza, Demografia e società, Cultura e tempo libero), riferiti all’anno appena trascorso. Milano svetta negli indicatori reddituali, di lavoro e per iservizi. Al primo posto per depositi in banca pro capite, celebra un buon tasso di occupazione e vince l’iCityrate 2018 come migliore smart city. Anche la cultura sale sul podio, con la spesa media dei milanesi al botteghino. Tra i punti deboli la sicurezza (scippi, borseggi e rapine) e l’indice di litigiosità nei tribunali. Al secondo ed al terzo posto si piazzano Bolzano, in risalita dalla quarta posizione del 2017, e Aosta, in discesa di una posizione dallo scorso anno. In coda alla graduatoria, invece, si ritrova Vibo Valentia. E’ la quarta volta che compare sul fondo, circondata da numerose città del Sud.”
E allora cerchiamo di essere seri e facciamo sapere a questi giornalisti che “i soldi non fanno la felicità”, sembra un assurdo eppure la loro valutazione si basa soprattutto su questo.
Manuela Valletti