Non so se sia chiara la situazione, ma la Russia ha appena deciso di cambiare la dottrina nucleare. Il tutto avviene mentre sentiamo guerrafondai nostrani dire che Putin stia bluffando e che quindi bisogna spingere sull’acceleratore della guerra, anche e soprattutto attraverso il bombardamento del territorio Russo con armi occidentali, per andare a vedere questo bluff. Praticamente quando il ministro degli esteri Russo Lavrov, il portavoce di Putin Peskov e Putin stesso si sgolavano dicendo che erano disposti a sedersi a un tavolo per trattare, sempre gli occidentali catalogavano le loro parole come bluff. Però in quel caso non si sono sognati di andare a vedere quel bluff. Non sia mai fosse stato raggiunto un accordo di pace, per carità! Adesso invece con lo spettro di una guerra nucleare muoiono dalla voglia di andare a vedere se realmente il cambio di dottrina sia un bluff o meno. Addirittura la totale imbecillità di gran parte del parlamento europeo ha messo nero su bianco che bisogna bombardare la Russia. Quest’ultima cosa, è bene che sia chiaro, è la causa di questa risposta Russa. Ma torniamo al discorso della dottrina nucleare: da adesso in poi la Russia potrà usare armi nucleari, qualora venisse colpita, anche contro quei paesi che di armi nucleari non ne hanno, se sono appoggiati da potenze che hanno armi nucleari. La difesa si estende sia alla Russia sia alla Bielorussia e se analizziamo bene il caso, la dottrina, sembra sia stata cambiata appositamente in ottica anti Paesi dell’Unione Europea, visto che ad esempio l’Italia e altri protettorati degli Usa in Europa conservano gelosamente armi atomiche statunitensi sul proprio suolo. Questo significa che qualora Zelensky usasse le armi fornite dall’Italia per bombardare il suolo Russo, ci sarebbero buone possibilità che ci arrivi qualche testata atomica sulla testa. Si chiama escalation e al netto di come la si possa pensare è da imputare ai guerrafondai occidentali, visto che in due anni sono passati dall’Ucraina che deve difendersi al territorio Russo che deve essere prima invaso e poi bombardato in profondità. In tutto ciò i pericoli maggiori sono due: il primo si chiama Zelensky che vuole tirare in guerra la Nato, considerato che l’Ucraina è un paese in bancarotta, totalmente fallito socialmente, demograficamente e militarmente e non ha alcuna possibilità di spostare una virgola a suo favore. Basta leggere il fantomatico piano di pace che sbandiera a reti unificate per capire che alla fine, il risultato sperato, è quello dell’ingresso in guerra della Nato. L’altro problema è rappresentato dall’Unione Europea, la quale ha deciso di essere più realista del Re decidendo di dichiarare ufficialmente guerra alla Russia e stanziando altri 40 miliardi per Zelensky. Miliardi letteralmente rubati a Mosca perché sono garantiti dagli interessi derivanti dai profitti dei beni Russi congelati. Servirebbe lavorare per fermare questa escalation visto che siamo più vicini allo scontro nucleare rispetto alla crisi dei missili di Cuba. Invece pur di non accettare una sconfitta ormai evidente sono disposti a rischiare la catastrofe definitiva. Tanto alla fine, a rimetterci saremo noi europei, preso atto che dagli Usa hanno deciso che sì, bisogna sconfiggere la Russia o continuare a provarci, ma visto che fino all’ultimo ucraino non è stato possibile allora bisogna provare fino all’ultimo europeo…