Gli agricoltori italiani si mobilitano a difesa della filiera della canapa industriale, chiedendo al Parlamento europeo un intervento immediato contro le misure del governo Meloni che ne minacciano la sopravvivenza. Un’ampia coalizione, che comprende le principali organizzazioni agricole italiane, ha infatti presentato una petizione all’Eurocamera per segnalare le «gravi violazioni» delle normative europee da parte dei provvedimenti dell’esecutivo. Tra i firmatari si trovano Confagricoltura, Cia, Copagri e molte altre associazioni di settore, oltre a gruppi europei come l’Associazione Europea della Canapa Industriale (Eiha). Le organizzazioni chiedono alla Commissione Petizioni del Parlamento europeo di verificare la conformità delle leggi italiane in materia e sollecitare la Commissione Europea a esprimersi sulla compatibilità con le norme UE. La petizione evidenzia come l’emendamento al Decreto Sicurezza, che vieta di fatto la produzione e il commercio delle infiorescenze di canapa, e il Decreto Ministeriale che classifica il CBD come sostanza stupefacente violino i principi della libera circolazione delle merci e della giurisprudenza europea. Le associazioni avvertono che migliaia di aziende e posti di lavoro sono a rischio e si dichiarano pronte a portare la questione dinanzi alla Corte di Giustizia Europea.
A Bruxelles si arena anche la legge per impedire alle aziende di fomentare la deforestazione
Con molta probabilità, Bruxelles rinvierà l’entrata in vigore della nuova normativa sulla deforestazione importata. La norma mira a porre fine all’importazione di beni consumati nel Vecchio Continente, la cui produzione comporta la distruzione di aree boschive in altre parti del mondo. I vincoli si applicherebbero a numerosi prodotti, tra cui cacao, carne bovina, caffè, soia, olio di palma e alcuni prodotti non alimentari. Il testo, adottato nel dicembre 2022, ha suscitato da subito la forte opposizione di alcuni Stati membri, in particolare Austria, Italia, Francia, Polonia e Svezia. Di recente, un ruolo decisivo è stato svolto dall’Italia che, tramite il ministro Lollobrigida, ha formalmente chiesto “il rinvio di almeno un anno del regolamento sulla deforestazione” per via del presunto impatto sull’intera catena produttiva.

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Di the milaner

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