di Cesare Sacchetti

Soltanto 3 anni fa veniva accolto come una sorta di “salvatore” dalla stampa italiana e dalla decadente classe politica della Seconda Repubblica.

Tutti si prostravano ai suoi piedi, convinti forse che Mario Draghi sarebbe stato l’uomo ideale per trascinare l’Italia nell’ultimo girone infernale del famigerato Nuovo Ordine Mondiale.

La politica non si nascondeva nemmeno troppo. Personaggi come Luca Zaia, governatore del Veneto, affermavano esplicitamente che il mondo delle vaccinazioni di massa era il mondo del Nuovo Ordine Mondiale e ciò, per chi ha ormai famigliarità con questo blog, non dovrebbe suscitare alcuna sorpresa.

La politica italiana nel recinto dell’anglosfera e del golpe di Mani Pulite del 1992 altro non è che una protesi di potentati esteri e di logge massoniche.

Ciò spiega le persecuzioni di massa del biennio 2020-2022. Ciò spiega quel fiume di dpcm illegali che imponevano restrizioni alla libertà personale e ciò spiega anche i certificati verdi obbligatori imposti dal successore di Conte, Draghi per l’appunto, che avrebbe dovuto portare a termine il lungo assalto più che cinquantennale contro l’Italia.

C’è una guerra del mondo massonico contro questo Paese poiché esso rappresenta tutto ciò che la religione illuminista dei diritti umani vuole cancellare.

L’Italia è la sede della cristianità mondiale. L’Italia è Roma e la sua sorella, la Grecia, altro Paese che ha subito feroci attacchi da parte dell’alta finanza anglosionista e che, come l’Italia, è stata tradita dalla “sua” infame classe politica comprata dai centri finanziari di Londra e New York.

Questo spiega l’odio profondo e viscerale di questi ambienti contro l’Italia che a differenza di quello che pensa qualche sciocco affetto dal morbo dell’autorazzismo è un Paese speciale e unico come nessun altro al mondo.

Draghi era l’uomo che doveva portare a termine il saccheggio. Era colui il quale avrebbe dovuto trascinare l’Italia nel cosiddetto Grande Reset.

Pochi profili hanno tradito l’Italia come lo ha fatto Draghi che iniziò a tramare contro il “suo” Paese già nel lontano 1992 quando salì sul panfilo della regina Elisabetta, altro pezzo fondamentale perduto dalla gerarchia globalista, e liquidò, ancora oggi non si sa autorizzato da chi, tutti i gioielli pubblici dell’industria italiana che erano un vanto nel mondo intero.

La politica, ancora una volta, stese il tappeto rosso al sicario prediletto da Londra e New York e iniziò uno dei periodi più bui della storia italiana.

Gli italiani non vaccinati venivano messi alla porta esattamente come accadeva ai tempi del nazismo per gli ebrei, consegnati dalla lobby sionista nelle mani del fuhrer.

Il paradosso del liberalismo, o meglio tutta la sua ipocrisia, è emerso alla luce di colpo e questo sistema politico ha rivelato di essere la più repressiva delle dittature e la più parassitaria poiché a beneficiare di tale status quo è soltanto un manipolo di oligarchi con le loro corrotte coorti politiche.

Nel 2022 qualcosa però si ruppe. Nei ranghi della politica si iniziava a comprendere che non era più possibile proseguire con la repressione.

Non era più possibile avanzare verso il Grande Reset in quanto gli equilibri mondiali non lo permettevano.

L’operazione terroristica del coronavirus era già fallita in molti Paesi e l’opposizione di Paesi quali la Russia e i BRICS assieme al disimpegno americano rendeva impossibile erigere la società voluta dalla famiglia Rockefeller.

Draghi stesso probabilmente lo intuì e chiese di essere trasferito al Quirinale come “ricompensa” per il lavoro svolto.

Draghi, oltre ad attuare il programma vaccinale, spostò l’asse della geopolitica italiana verso Parigi attraverso il trattato del Quirinale che ha consegnato l’Italia nella sfera coloniale francese che si sta comunque disgregando per la decolonizzazione in corso in Africa attuata attraverso l’indispensabile contributo della Russia.

Il passaggio di consegne da Conte a Draghi è servito anche a questo in quanto Conte era troppo vicino al partito comunista cinese, nemmeno a Xi Jinping, e le élite Occidentali volevano che invece l’Italia fosse saldamente riposizionata sotto l’egida dell’establishment francese.

A questo è servito il cambio da Conte a Draghi e non certo perché il secondo era diventato “sovranista” come una campagna di disinformazione a dir poco indecente orchestrata da canali Telegram a libro paga dei servizi e da ambienti vicini alla Lega hanno provato a far credere.

Nel gennaio del 2022, come si diceva, gli equilibri si spezzano. Draghi chiede di andar via, e la politica preferisce lasciarlo lì dov’è perché un parafulmine in fondo fa comodo a tutti e la classe politica italiana non può ritornare nella cabina di regia di palazzo Chigi dopo aver perseguitato gli italiani per più di due anni e passa.

La riluttanza della Meloni a voler governare si spiega anche per questa ragione. La poltrona di palazzo Chigi scotta troppo e non ci si vuole mettere a sedere nessuno.

Chi può sedersi lì e portare avanti un piano che ormai è fallito? Nessuno, e oggi si assiste al vuoto governativo della Meloni che già guarda a Bruxelles per le stesse ragioni per le quali Draghi abbandonò la nave che imbarcava acqua.

Il divorzio tra Draghi e la politica non è stato però placido. E’ stato amaro e pieno di risentimenti e di messaggi nemmeno troppo velati che piovono reciprocamente.

Quando ha lasciato, l’uomo del Britannia ha iniziato instancabilmente a cercare un altro incarico non tanto, crediamo noi, per ragioni pecuniarie ma per questioni di immunità in quanto Draghi è stato l’uomo che nel 2021-2022 ha calpestato, assieme ai partiti che lo assistevano, un considerevole numero di leggi.

Ogni porta però era chiusa. Ha provato alla NATO ma lì la partita nemmeno è iniziata perché gli Stati Uniti si sono allontanati dall’organizzazione e sono in procinto di lasciarla con il ritorno ufficiale di Trump.

Ha provato alla Commissione europea e alla BCE, dove è già stato, ma anche lì ogni porta è rimasta saldamente chiusa.

Nemmeno una campagna stampa chiaramente fatta su commissione ha spostato nulla per l’ex presidente della BCE.

La realtà è semplicemente una sola. Draghi è finito e non serve più al mondo che lui ha servito per così tanti anni.

Quei “velati messaggi” di Draghi alla politica

Adesso si sente parlare nuovamente di lui in un articolo del Foglio che ha ricevuto molto poca attenzione e al quale gli altri media nemmeno hanno prestato troppa attenzione.

Draghi non vive più a Roma. Ha lasciato la sua storica casa di viale Bruno Buozzi per andarsene a Milano e questo suscita certamente sorpresa perché Draghi non ha mai vissuto in pianta stabile da quelle parti.

L’ex premier gravitava attorno a Roma, Anzio e la casa di Città della Pieve che no, non è stata quasi certamente incendiata come ha voluto far credere qualche disinformatore intento a raccontare la storiella del Draghi “pericoloso per il sistema”.

Questo trasferimento a Milano ha il sapore di un “esilio”. Sono interessanti soprattutto i messaggi che manda la moglie, Serenella, che raramente parla alla stampa e che in questa occasione afferma che la politica “teme Draghi”.

Come si è giunti a questo punto? Soltanto due anni erano tutti lì adoranti alla corte dell’uomo del Britannia e ora gli stessi servi lo temono.

Chissà che Draghi forse non sia pronto a dire qualcosa su quanto fatto e visto a palazzo Chigi ai tempi del suo governo che potrebbe inguaiare la già molto inguaiata classe politica italiana.

C’è come un sapore di vendetta nelle parole di Serenella che afferma anche che il Quirinale era il grande cruccio di suo marito.

L’ex presidente del Consiglio non ha ancora digerito quel tradimento. Non ha ancora digerito di essere stato abbandonato da quegli ambienti massonici che lo hanno spinto al governo e che poi lo hanno lasciato al suo destino pur di salvare loro stessi.

Ormai in questa fase di crollo del sistema politico italiano ognuno pensa a salvare sé stesso e già si vede l’escalation della guerra tra bande in corso nella politica.

In Puglia si assiste ad una serie di inchieste incrociate che vedono prima colpire la giunta comunale di Decaro a Bari e poi quella regionale di Emiliano in quello che sembra essere chiaramente un botta e risposta tra correnti dello stesso mondo che si fanno la guerra.

Quando crollano i regimi, ci sono strane morti, inchieste ad orologeria e fughe improvvise all’estero e alcuni di questi elementi già li vediamo.

Ancora oggi non è nota la causa di morte di Bruno Astorre, senatore del PD, e ancora non sono state nemmeno mostrate le immagini che lo avrebbero immortalato nel suo presunto suicidio nonostante il palazzo dal quale si sarebbe gettato, nel cuore del centro storico di Roma, è uno dei luoghi più sorvegliati di Roma.

Non si sa nemmeno cosa è accaduto alla poliziotta uccisa, sempre a Roma, in servizio a Montecitorio e la versione che è stata raccontata dai media, quella di un delitto passionale commesso da un solitario, è stata smentita dai testimoni che parlavano di due uomini, uno dei quali un poliziotto, presenti sul luogo dove è stato attuato un vero e proprio omicidio su commissione.

L’aria è di dismissione generale e quei messaggi della moglie di Draghi fanno presagire qualche altro possibile colpo di scena in futuro.

Sono gli ultimi giorni di Pompei non solo della Seconda Repubblica ma con ogni probabilità della stessa Repubblica dell’anglosfera che difficilmente potrà sopravvivere alla chiusura degli equilibri del 1945.

Adesso è la fase delle vendette incrociate. Adesso è la fase dove i servi rimasti senza padroni si assaltano con ferocia pur di mettersi in salvo.

Chi avrebbe mai ipotizzato tutto questo tre anni fa? In pochissimi e noi eravamo tra quelli non per qualche misteriosa dote taumaturgica ma semplicemente perché erano già venute meno le condizioni politiche per il piano globalista, come ebbe a costatare con amarezza nel 2022 lo stesso Massimo D’Alema.

Saranno mesi arroventati soprattutto dopo le europee. Un’epoca si sta chiudendo e ne inizierà presto un’altra.

Altre teste pesanti molto presto rotoleranno.

Cesare Sacchetti

fonte

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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