Dal momento che la decisione finale spetta al Consiglio Europeo, rimandiamo a quella data una dettagliata analisi, facendo per ora solo qualche considerazione.
Il principio del paese di primo approdo resta invariato. Questo significa che l’Italia dovrà gestire come prima le domande di asilo di tutti coloro che sbarcano qui. Inoltre, passa da 18 a 36 mesi il termine entro cui un immigrato che si è spostato in un altro Stato può essere rimandato nel paese di primo approdo e la procedura viene semplificata.
Sul fronte della solidarietà, nessun ricollocamento automatico: gli Stati membri potranno scegliere se accogliere richiedenti asilo oppure contribuire finanziariamente o in altro modo. Inoltre, non sono previste sanzioni per chi non ottempera.
In poche parole, una sconfitta pesante quanto prevedibile per l’Italia. D’altra parte, la richiesta di ricollocamenti automatici è sempre stata un cavallo che non corre, in quanto avrebbe significato di fatto abolire le frontiere esterne dell’Unione, imponendo a tutti i membri la politica sull’immigrazione decisa dal paese di primo approdo
Redazione