ATTUALITÀ LAVORO |
LA PROTESTA DEGLI AGRICOLTORI È ARRIVATA ANCHE IN ITALIA Sulla scorta di quanto sta accadendo in Germania, anche gli agricoltori italiani stanno scendendo in strada a bordo dei loro trattori, protestando contro le mancate risposte del governo sull’aumento dei costi di produzione – tra cui quello del gasolio – e le politiche europee su cibi sintetici e farine insetti. In particolare, i dimostranti lamentano una scarsa protezione dei prodotti italiani, che ritengono essere stati penalizzati rispetto a quelli provenienti da altri Paesi. Ieri mattina la città di Bologna è stata invasa da un centinaio di trattori, che hanno raggiunto il capoluogo emiliano lungo le maggiori direttrici stradali. Stesso scenario in Calabria, dove centinaia di trattori hanno percorso le principali strade della regione – producendo disagi alla circolazione – dalla Sila fino a Catanzaro. Hanno partecipato alle proteste anche gli agricoltori foggiani, che hanno organizzato presidi in vari centri della provincia, come Castelluccio dei Sauri, Lucera, San Paolo di Civitate e Torremaggiore. A livello nazionale, la mobilitazione è stata proclamata dai Comitati Riuniti Agricoli C.R.A, ma livello locale alcuni dimostranti manifestano autonomamente. |
JOBS ACT: SECONDO LA CORTE COSTITUZIONALE I LICENZIAMENTI COLLETTIVI SONO LEGITTIMI La Corte Costituzionale ha sancito che la disciplina dei licenziamenti collettivi inaugurata dal Jobs Act approvata dal governo Renzi nel 2016 è legittima. Pur evidenziando che la materia è da “rivedere in termini complessivi”, la Consulta ha dichiarato “non fondate” le questioni di legittimità costituzionali sollevate dalla Corte d’appello di Napoli, che aveva censurato tale disciplina per le conseguenze della violazione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero. La Corte Costituzionale ha infatti ritenuto che il riferimento contenuto nella legge di delega ai “licenziamenti economici” riguardasse sia quelli individuali per giustificato motivo oggettivo, sia quelli collettivi, escludendo – come invece riteneva la Corte d’appello di Napoli –, che si siano violati i criteri direttivi del provvedimento. La Consulta ha poi ritenuto non fondata la censura di violazione del principio di eguaglianza, comparando i lavoratori “anziani” (quelli assunti fino al 7 marzo 2015), e i lavoratori “giovani”, assunti dopo quella data, ai quali si applica la disciplina del Jobs Act. |
QUANTO RICEVONO I PARTITI POLITICI DAL 2 PER MILLE Sono stati pubblicati sul sito del Dipartimento delle Finanze i dati relativi alla scelta dei contribuenti di destinare il 2 per mille dell’Irpef ai partiti politici, riferiti alle dichiarazioni dei redditi del 2023 (anno di imposta 2022). Il Partito democratico si piazza in testa alla classifica con 8.118.192 euro. Al secondo posto Fratelli d’Italia con 4.807.551 euro. L’ultima posizione del podio è occupata dal Movimento 5 Stelle con 1.853.949 euro. Quarto posto per Italia viva con 1.135.044 euro, di poco avanti alla Lega Salvini Premier con 1.106.828 euro. Sesta Azione di Carlo Calenda, con 1.039.313 euro. Sotto il milione di euro c’è Europa Verde con 869.008 euro e Sinistra Italiana a 816.244 euro. Più Europa arriva a 717.111 euro, davanti a Forza Italia con 618.377 euro e Articolo Uno con 519.700 euro. |