I RICAMI DEI MATTONI

‘ I ricami dei mattoni’ è l’ultimo libro che ho scritto, è ambientato a Milano, ma ho inserito nella trama dei luoghi che io ho conosciuto proprio per avere la possibilità di descriverli in modo accurato e trasmettere al lettore le mie sensazioni.

LA TRAMA

Nell’ottobre del 1943 la famiglia Fuerst che viveva a Milano da molti anni, si divise, Ruth e Samuel Fuerst, entrambi anziani, con il figlio più giovane Isaac, decisero di tornare in Palestina, la figlia Miryam, sposata con l’imprenditore italiano di religione cattolica, Giuliano Riva, e la loro bimba Ester di 9 anni, decisero di rimanere in Italia per lo stato di salute precario dei genitori di lui.
Pochi giorni dopo la partenza dei signori Fuerst, un numeroso gruppo di ebrei venne deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, tra i deportati c’erano anche Miryam Fuerst e la sua piccola Ester.
Per qualche ignoto motivo Miryam e Ester vennero caricate su una tradotta diretta nell’Europa orientale e dopo una sosta in un campo intermedio, furono destinate al campo di Terezin, un campo di concentramento cecoslovacco, che veniva ritenuto un campo modello e ospitava molte mamme e bambini. Purtroppo gli ospiti di Terezin ebbero come destinazione finale nuovamente Auschwitz, dove vennero eliminati. Il lager fu liberato dall’Armata Rossa nel maggio 1945.
Al termine della guerra il marito di Miryam venne a sapere che la moglie era morta ad Auschwitz ma della bimba non seppe più nulla. Qualche tempo dopo un gruppo di dieci bambini, due femmine e otto maschi, sopravvissuti agli orrori di Terezin, giunse in Italia a Milano per essere affidato ad un istituto religioso per orfani: erano bimbi senza alcuna identità certa, dalla apparente età di 12/14 anni.
Le suore si presero cura di loro e li aiutarono a vivere. La vita in quei tempi non concedeva nulla di più che una dignitosa sopravvivenza, anche per i bambini.
Gli anni passarono velocemente, Anna si era fatta un bella ragazza, aveva studiato per diventare maestra e ci era riuscita, le suore le avevano dato anche un cognome, Milani, visto che lei non ricordava più il suo!
Giunta alla maggiore età era andata a vivere con una sua amica, entrambe insegnavano e potevano contare su un discreto stipendio. Anna assaporava la libertà e la vita non le era mai sembrata così bella, sognava di incontrare l’amore e la cosa accadde prima ancora che se ne rendesse conto: il colloquio con Roberto, il padre di una sua alunna di prima elementare, fu davvero galeotto, per lei fu un vero colpo di fulmine.
La relazione tra i due si protrasse per qualche mese, ma un giorno Anna si accorse di essere incinta e glielo disse. Roberto non ebbe alcuna esitazione, disse che era sposato, che aveva due figli e che la relazione con lei era finita, le avrebbe pagato l’interruzione di gravidanza se lei fosse stata zitta. Anna decise di tenersi il bambino, continuò a lavorare fino alla fine della gravidanza. Purtroppo il parto fu difficoltoso e dopo aver messo al mondo un maschietto, Anna venne colta da una emorragia che non le lasciò scampo.
Il bimbo venne chiamato Alberto e messo in adozione e pochi mesi dopo divenne figlio a tutti gli effetti dei signori Baldassarri, una famiglia molto conosciuta a Milano.
Su questa vicenda tragica si innesca incredibilmente la storia della famiglia Baldassarri, la loro crisi di coppia e il cambio di vita che li farà ritrovare.
Tutto ciò grazie a quei “ricami sui mattoni” con cui una bellissima bimba dai capelli scuri e ricciuti, aveva ornato il disegno di una piccola casa fatto in un luogo terribile e pieno di dolore.”

Mi auguro che il libro vi possa piacere, è una spy-story, ma anche un libro pieno di sentimento, l’azione e l’amore si intrecciano con una vicenda di grande aumanità.

La copertina, molto originale, è di Giovanna Ghezzi

Il libro è disponibile in tre versioni con prezzi diversi : E-BOOK, COPERTINA MORBIDA, COPERTINA RIGIDA

Manuela Valletti

Riporto la recensione di GIOVANNI GIBELLI che secondo me, è tra le più azzeccate.

Il libro di Manuela Valletti   si legge d’un fiato è agile e scorrevole.Il titolo “I Ricami dei mattoni” descrive un particolare di un disegno della bimba Ester deportata nel campo di Terezin, che diventerà il mezzo per suo zio Isaac, israeliano, ricco di beni, ma solo e senza affetti, per ripercorrere tutte le vicende della nipote, fino alla morte di Lei, scoprendo così, che era diventata madre di Alberto, suo pronipote, noto avvocato, adottato   dalla facoltosa famiglia milanese Baldassarri.  La trama del libro è un susseguirsi di colpi di scena in cui sono coinvolti il Mossad, Hamas, detectives, investigatori di mezza Europa. Il testo può essere letto come una spy story.
Non è per me, però, questa la vera chiave di lettura. Traspare durante la lettura del romanzo un bisogno di affetto, di amore, che spinge alla ricerca dei propri cari, costi quel che costi. L’ Autrice conosce bene le sofferenze patite dalle famiglie disperse dalla guerra, perché è la figlia di Ferdinando Valletti, grandissimo giocatore del Milan, deportato a     Mauthausen. Inoltre, Manuela Valletti sa descrivere sapientemente lo stato d’ animo dei personaggi e gli ambienti in cui vivono , soprattutto quello di Miranda, la moglie di Alberto, le sue ansie, le sue angosce, il suo sconfinato amore per i figli: Giacomo e Emma, il suo problematico rapporto con il consorte.

Insomma, i “Ricami dei mattoni” è il libro che tutti dovrebbero leggere

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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