Le prossime elezioni statunitensi, che si terranno il 5 novembre, sono annunciate come uno spartiacque per la storia del Paese e non solo. Le narrazioni contrapposte parlano di una sfida del bene contro il male. Eccetto che su Israele, dove la linea pare la medesima, seppur con qualche sfumatura, i programmi sono annunciati come uno l’antitesi dell’altro. Da parte democratica si parla della necessità di salvaguardia della democrazia stessa dal pericolo trumpista, mentre i repubblicani annunciano una rivoluzione che salverà gli Stati Uniti da una deriva culturale, economica e politica di cui i democratici sono responsabili. Come sappiamo (anche se al contempo spesso ignoriamo i dettagli), le elezioni presidenziali sono precedute da fiumi di soldi che confluiscono nel mare delle campagne elettorali. Queste elezioni, narrate come una sorta di Armageddon, hanno mobilitato campagne elettorali i cui finanziamenti, sommati assieme, hanno superato abbondantemente i 2 miliardi di dollari, con Harris che è riuscita a racimolare un “gruzzolo” maggiore rispetto a Trump. Ma quali sono i portatori di interesse che hanno finanziato i democratici? E quali hanno invece sostenuto economicamente la possibilità di un nuovo mandato presidenziale di Trump?
La campagna elettorale di Kamala Harris ha ricevuto un totale di 1,3 miliardi di dollari, alcuni dei quali trasmutati dalla campagna di Joe Biden fin tanto che sembrava potesse ricandidarsi prima di lasciare il posto alla sua vice-presidente. Di questi soldi, al momento in cui scriviamo, 1,1 miliardo di dollari è stato speso per la campagna. Del totale dei soldi accumulati dalla campagna elettorale in appoggio di Harris, il 55,7% arriva dai grandi contributori, mentre il 44,3% arriva da donatori che hanno versato cifre inferiori a 200 dollari. Del totale acquisito per la corsa presidenziale della candidata democratica, 906 milioni di dollari arrivano direttamente dalla campagna Harris for President, mentre il resto dei soldi sono stati introitati attraverso PAC, Super PAC e altre organizzazioni riconosciute che concorrono alla raccolta fondi per le campagne elettorali negli Stati Uniti.
Future Forward USA
Di queste organizzazioni, quella più importante per la campagna di Harris e che ha raccolto più soldi (circa 304 milioni di dollari) è Future Forward USA, un Carey Committee, ovvero un ibrido tra un PAC e un Super PAC. Future Forward USA, che ha sostenuto Biden prima e che adesso sostiene Harris, è gestita dai coniugi James McClave ed Emily Berger. La coppia lavora presso Jane Street, una società commerciale di Manhattan, e McClave è stato uno dei primi investitori nella società di intelligenza artificiale Anthropic. Mentre Future Forward USA non rivela i suoi donatori diretti, altre organizzazioni no-profit che gli offrono donazioni riportano tali contributi nella dichiarazione dei redditi pubblicati dall’IRS (Internal Revenue Service), l’agenzia governativa deputata alla riscossione dei tributi. In tal modo si scopre che a far parte del comitato Carey vi sono la BEMC 4 Association, organizzazione senza scopo di lucro i cui unici due dirigenti sono gli stessi coniugi che gestiscono Future Forward USA, così come la Open Society Policy Center di George Soros. Inoltre vi sono altre organizzazioni no-profit come la League of Conservation Voters, il cui presidente è Carol Browner (con un passato nelle due amministrazioni Clinton e in quella di Obama) e il vice-presidente Roger Kimball (noto redattore e critico d’arte che ha fatto parte del consiglio di amministrazione del Manhattan Institute for Policy Research, un think tank conservatore). Kimball ha appoggiato e difeso Donald Trump durante la sua presidenza, dichiarando che «nonostante le sue imperfezioni, è un uomo di buon carattere» perché ha ripetutamente dimostrato la volontà «di prendere d’assalto la cabina di pilotaggio del nostro apparato governativo corrotto, sclerotico e sempre più irresponsabile». Nel 2020, Kimball ha attirato critiche per aver promosso l’accusa secondo cui la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020 era dovuta a diffuse frodi elettorali.
Un’altra organizzazione legata al comitato elettorale è il Fund for a Better Future, il cui consiglio di amministrazione è formato da persone legate ad organizzazioni che promuovono le energie rinnovabili e/o impegnate nella lotta al cambiamento climatico. Infine, troviamo Hopewell Fund, organizzazione senza scopo di lucro gestita da Arabella Advisors (società di consulenza che invece ha scopo di lucro), la quale consiglia ai donatori di snistra e alle organizzazioni no-profit dove indirizzare il denaro. Oltre a Hopewell Fund, le organizzazioni incubate e affiliate ad Arabella Advisors sono il Sixteen Thirty Fund, il New Venture Fund, il Windward Fund e il North Fund, che formano la rete del “denaro oscuro” associata al Partito Democratico, in grado di incanalare centinaia di milioni di dollari di cui è praticamente impossibile capire la provenienza. Tra i donatori visibili che hanno contribuito a Future Forward USA vi è Bloomberg L.P., società privata di finanza, software e media, che ha donato 19 milioni di dollari. Troviamo poi Greylock Partners, società di venture capital che invece ha dato 10 milioni alla campagna di Harris. Alphabet Inc., holding che controlla Google, ha finanziato il comitato con 1,6 milioni di dollari. Fuzzy Door Productions, casa di produzione cinematografica e televisiva, ha invece donato 1,5 milioni di dollari, mentre Netflix ha finanziato il PAC con 1 milione di dollari.
American Bridge 21st Century
Il secondo investitore della campagna di Harris, con 83,5 milioni di dollari, è American Bridge 21st Century, anch’esso configurato come Carey Committee. Quest’organizzazione spende quasi interamente il proprio budget contro il Partito Repubblicano e i suoi candidati, ed è in gran parte finanziato da ricchi donatori democratici, sindacati e altri PAC (come quelli collegati – e sopracitati – ad Arabella Advisors). I maggiori donatori dei cicli elettorali precedenti hanno incluso il miliardario Stephen Mandel, gestore di hedge fund, il co-fondatore della società di investimento Bain Capital, Joshua Bekenstein, l’immobiliare George M. Marcus, il co-fondatore di LinkedIn, Reid Hoffman, e il miliardario George Soros. Il PAC è stato fondato nel 2010 da David Brock, un attivista conservatore diventato liberale, ed è collegato a Media Matters, organizzazione giornalistica senza scopo di lucro fondata nel 2004 dallo stesso Brock con lo scopo di ricercare la disinformazione conservatrice e screditare i candidati repubblicani. Sequoia Capital (società di venture capital che si focalizza principalmente sul settore industriale tecnologico, la quale ha finanziato, tra le altre, società come Apple, Google, Cisco, PayPal e YouTube, e che gestisce fondi di investimento multipli India, Israele e Cina) ha versato 6,8 milioni di dollari ad American Bridge 21st Century. Microsoft ha invece partecipato con una donazione di 605.000 dollari.
The Lincoln Project
The Lincoln Project, un Carey Committee che ha raccolto 19,9 milioni di dollari, è stato fondato nel dicembre 2019 da conservatori moderati ed ex membri del Partito Repubblicano che sono entrati in rotta con l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump e che rifiutano il trumpismo. Durante le elezioni presidenziali del 2020, ha aiutato il Partito Democratico ad impedire il secondo mandato di Trump. I membri del comitato consultivo di The Lincoln Project hanno pubblicato, il 15 aprile 2020, un editoriale sul Washington Post nel quale affermavano il proprio appoggio alla candidatura di Joe Biden, scrivendo: «Non abbiamo mai sostenuto un democratico alla presidenza. Ma Trump deve essere sconfitto». Dal 2022, la commissione si è concentrata sulla prevenzione della rielezione di Trump alle presidenziali del 2024, appoggiando prima la nuova candidatura di Biden e poi quella di Kamala Harris. The Lincoln Project, che non ha finanziatori diretti alla propria organizzazione, annovera Sequoia Capital come maggior finanziatore del comitato con 1 milione di dollari. Al secondo posto troviamo invece McArthurGlen Group, società privata nota per lo sviluppo e la gestione di centri commerciali, con una donazione di 630.000 dollari. Al terzo posto c’è Nirvana Technology, società di software, che ha donato mezzo milione di dollari.
Unite the Country
Unite the Country è un super PAC a candidato unico che ha sostenuto il residente Joe Biden e adesso la campagna di Kamala Harris, raccogliendo 5,2 milioni di dollari. È stato creato nel 2019 da ex assistenti di Biden per aiutare a promuovere la sua candidatura presidenziale del 2020. Un video sul canale YouTube del super PAC sostiene che Biden «ha tracciato un percorso migliore per l’America» attraverso i cambiamenti politici che ha emanato mentre era in carica ed esorta gli elettori a «finire il lavoro» sostenendo la sua rielezione nel 2024. Il gruppo è gestito dai migliori strateghi democratici che in precedenza hanno lavorato alle campagne presidenziali o vicepresidenziali di Biden, incluso il suo amministratore delegato, Steve Schale. Il consiglio di amministrazione dell’organizzazione è presieduto da Mark Doyle, CEO della società di consulenza Prairie Avenue Advisors, la quale ha lavorato alla campagna presidenziale di Biden del 2008. Altri membri del consiglio sono Austin Keyser, ex co-presidente della politica climatica, energetica e ambientale per la campagna presidenziale di Biden del 2020 e Michelle Maravich, stratega della campagna politica.
Altri
Black PAC, è un Super PAC nato nel 2016 con l’intento di mobilitare gli elettori afro-americani e collabora con VoteRiders, organizzazione apartitica senza scopo di lucro, la cui missione è garantire che tutti i cittadini statunitensi di età superiore ai 18 anni siano in grado di esercitare il loro diritto di voto – cosa non scontata negli Stati Uniti, dove l’accesso al voto non è sempre garantito ad ampie fasce di popolazione, specie tra i poveri e le minoranze etniche. Black PAC ha fin qui messo insieme 7,6 milioni di dollari, i cui maggiori finanziatori sono altri PAC, tra cui Future Forward USA.
Priorities USA Action, fondato nel 2011, è il più grande super PAC del Partito Democratico che nel tempo ha sostenuto i candidati democratici alla presidenza USA. Per la campagna di Kamala Harris ha raccolto 5,3 milioni di dollari da una serie di organizzazioni strettamente legate all’ala democratica.
Californians for Choice, che ha raccolto poco più di 6 milioni di dollari, è un Super PAC di recente nascita ed è stato fondato da Eleni Kounalakis, vice-governatrice della California e già proiettata nella campagna elettorale per diventare governatrice nel 2026, quando cesserà la carica di Gavin Newsom. Quest’organizzazione intende mobilitare gli elettori californiani favorevoli al diritto all’aborto. «Sto costruendo un esercito per reagire, difendere la scelta e difendere le donne», dice Kounalakis nel video di lancio del nuovo Super PAC. Quest’ultimo si concentrerà sulla sconfitta dei rappresentanti repubblicani John Duarte, Mike Garcia, David Valadao e Ken Calvert e sulla loro sostituzione con rappresentanti democratici. Il maggiore, e quasi unico, finanziatore di questo PAC è la Federated Indians of Graton Rancheria, ovvero una federazione di gruppi di Miwok della Costa e Pomo del Sud riconosciuti come tribù dal Congresso degli Stati Uniti.
Planned Parenthood Votes North Carolina è un altro Super PAC che si concentra sul diritto all’aborto e sullo smantellamento delle leggi restrittive poste dai repubblicani negli Stati in cui governano. Il Super PAC ha fin qui raccolto 3 milioni di dollari benché avesse annunciato l’obiettivo di raccogliere 10 milioni di dollari. In questo caso non sono visibili i donatori dell’organizzazione.
Tra i PAC che sostengono la campagna di Kamala Harris vi sono poi Democratic Victory PAC, Democratic Power Inc e Democrats United PAC, i quali avrebbero raccolto rispettivamente 10,4 milioni, 7 milioni e 5,2 milioni di dollari. La peculiarità di questi PAC è che sono stati bollati dalla stessa campagna di Harris, in una dichiarazione a The Bulwark, come «cattivi attori», esortando i sostenitori a evitarli. Queste organizzazioni sono state travolte da scandali quando è emerso che la maggior parte dei soldi venivano spesi per tutto fuorchè per la campagna presidenziale (ad eccezione di piccole percentuali). Queste organizzazioni sono parte di un fenomeno di truffa finanziario-elettorale non così rara negli Stati Uniti – in passato, diverse persone sono state arrestate.
Donald Trump
La campagna elettorale di Donald Trump ha raccolto 980 milioni di dollari, dei quali ne sono stati spesi 791. Della cifra totale accumulata per la campagna, il 68,4% è arrivato dai grandi contributori, mentre il 31,6% dai piccoli contributori che hanno versato cifre inferiori ai 200 dollari. Rispetto al totale, 367 milioni di dollari sono arrivati direttamente dalle donazioni di Donald J. Trump for President 2024, mentre il resto è arrivato dai PAC e dai Super PAC che hanno sostenuto la campagna elettorale repubblicana.
Make America Great Again Inc.
Make America Great Again Inc. (MAGA Inc.) è il Super PAC che ha raccolto 321 milioni di dollari. Costituito nel 2022, è formato da persone fidate di Trump, come il suo ex assistente, Taylor Budowich, nominato direttore esecutivo del gruppo. Altri membri dello staff del Super PAC sono: Steven Cheung, direttore delle comunicazioni, che ha lavorato alle campagne di Trump nel 2016 e nel 2020; Tony Fabrizio, sondaggista di lunga data di Trump; Chris LaCivita, veterano del GOP, è il capo stratega; Sergio Gor, consulente senior, ex consigliere della campagna elettorale, oltre che editore del libro post-presidenziale di Trump A Journey Together; Karoline Leavitt, portavoce di MAGA Inc., assistente addetta stampa durante la presidenza di Trump.
Il principale donatore di MAGA Inc. è Timothy Mellon – uomo d’affari, nipote di Andrew Mellon ed erede della sua fortuna bancaria -, il quale ha contribuito con 125 milioni di dollari. Con un contributo di 15,2 milioni di dollari, troviamo poi America First Policies, organizzazione creata dopo l’insediamento di Trump nel 2017 per promuovere l’agenda politica America First della sua amministrazione, fondata da membri della campagna dell’ex presidente, tra i quali Nick Ayers, Rick Gates e Brad Parscale. La Hendrick Holding, conglomerato che comprende numerose imprese che spaziano nei settori dell’industria, dei trasporti, della logistica, delle assicurazioni, del settore immobiliare e delle costruzioni, del riciclo, della ristorazione e dell’industria cinematografica, ha contribuito al Super PAC con 15 milioni di dollari. Bigelow Aerospace, azienda di progettazione e produzione spaziale che ha cessato l’attività nel 2020, risulta contributrice con 14 milioni di dollari. Uline, che ha donato 10 milioni di dollari, è un’azienda che offre forniture per la spedizione e l’imballaggio. Il sesto contributore di MAGA Inc. è RAI Services Co., ovvero la consociata del Gruppo RAI che commercializza i diritti dei contenuti della RAI in Italia e nel mondo, con una donazione di 8,5 milioni di dollari. Con un contributo di 6 milioni di dollari troviamo poi Cantor Fitzgerald L.P, società di servizi finanziari. La compagnia di esplorazione ed estrazione di materie fossili Crownquest Operating ha invece donato 5 milioni di dollari, proprio come Energy Transfer L.P, società impegnata nel trasporto e stoccaggio di idrocarburi e gas. Sempre con una donazione da 5 milioni di dollari abbiamo poi Elliott Investment Management L.P, società di gestione degli investimenti, tra i più grandi fondi d’investimento al mondo, nonché ex proprietaria dalla squadra di calcio italiana Milan. Infine, tra i più grandi donatori del Super PAC, con quasi 3 milioni di dollari, abbiamo la Republican Jewish Coalition, gruppo politico che sostiene i repubblicani ebrei, il cui presidente è Norm Coleman, avvocato e lobbista, ex democratico convertitosi repubblicano negli anni ’90, il quale è stato senatore dal 2003 al 2009. Tra le altre donazioni fatte a MAGA Inc., da 1 milione di euro in giù, troviamo altre compagnie attive nell’estrazione e nel trasporto di idrocarburi e gas.
Preserve America PAC
Preserve America PAC, è il Super PAC legato a Miriam Adelson, moglie del defunto Sheldon Adelson, il cui contributo alla campagna di Trump è di 100 milioni di dollari. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 2021, Miriam divenne la proprietaria del Las Vegas Sands. È l’attuale editore del giornale Israel Hayom e, con la sua famiglia, possiede il Las Vegas Review-Journal. Adelson è anche la proprietaria di maggioranza della squadra di basket dei Dallas Mavericks, insieme a suo genero Patrick Dumont. Nell’agosto 2024 si stima che fosse l’israeliana più ricca del mondo e la quinta donna più ricca degli USA, con un patrimonio netto di 30 miliardi di dollari. Miriam Adelson, come lo è stato il defunto marito Sheldon, è una strenua sostenitrice di Israele e del sionismo. Adelson è una sostenitrice dell’Organizzazione Sionista d’America, del museo e memoriale dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme, oltre che di vari gruppi statunitensi che raccolgono fondi per l’esercito israeliano.
Save America
Save America, fondato nel 2020, è un leadership PAC affiliato a MAGA Inc. Si tratta di un comitato di azione politica controllato dallo stesso Trump, il quale ha raccolto nel corso degli anni cifre non superiori ai 10.000 dollari da singoli donatori. Questo PAC ha raccolto fin qui 83,6 milioni di dollari.
America PAC
America PAC, secondo un documento di finanziamento della campagna elettorale, è il super PAC che Elon Musk ha creato per sostenere Donald Trump, con una donazione di circa 75 milioni di dollari. Insieme a America PAC (Texas), un Super PAC che ha raccolto 8,7 milioni di dollari, il finanziamento alla campagna repubblicana è arrivato a 83,7 milioni di dollari. Il maggior finanziatore di questo secondo PAC, con 1,5 milioni di dollari, è la società di venture capital Sequoia Capital. Al secondo posto troviamo, con una donazione di 1 milione di dollari, Alliance Resource Partners, società attiva nel settore del carbone e dell’energia. Sempre con una donazione di 1 milione di dollari troviamo Founders Fund, fondo di venture capital che è stato il primo investitore istituzionale in SpaceX e Palantir Technologies, nonché uno dei primi investitori in Facebook. Il fondo, insieme ad altri, è stato costituito da Peter Thiel – grande sostenitore di Trump, oltre che di Israele, e padrino del candidato alla vicepresidenza J.D. Vance. Sempre con una donazione da 1 milione di dollari troviamo Lonsdale Enterprises, dell’imprenditore Joe Lonsdale, tra i fondatori di Palantir Technologies, Addepar, OpenGov, Affinity, Epirus, Resilience Bio e 8VC, nonché fondatore del think tank Cicero Institute. Valor Equity Partners, società d’investimento, ha invece donato 1 milione di dollari.
Right for America
Right for America è un Super PAC che ha raccolto 66,4 milioni di dollari, guidato da Sergio Gor – il quale, insieme a Donald Trump Jr., ha fondato la società che ha pubblicato due dei libri post-presidenza di Donald Trump. Altre persone che ne fanno parte sono Lee Rizzuto (che durante la sua presidenza Trump ha nominato capo del consolato degli Stati Uniti alle Bermuda, nel 2020) e Anthony Lomangino, un magnate della gestione dei rifiuti, membro del club Mar-a-Lago di Trump. Il maggior donatore di questo Super PAC è Laura & Isaac Perlmutter Foundation, con 10 milioni di dollari. Isaac Perlmutter è un miliardario israelo-americano il quale è stato investitore influente in un certo numero di società, tra cui le farmacie Revco, Coleco Entertainment, Remington, Toy Biz/Marvel Toys, ed è stato presidente e CEO di Marvel Entertainment. Perlmutter ha una profonda relazione politica con Donald Trump e ha agito come consigliere non ufficiale nella sua amministrazione presidenziale. Southern Waste Systems, azienda attiva nella gestione dei rifiuti ha donato 4,3 milioni di dollati. Axxes Capital, società che gestisce fondi di investimento, ha invece contribuito con poco più di 4 milioni di dollari. Flat Willow Farm, grosso produttore agricolo, ha donato 2 milioni di dollari. Sempre con 2 milioni di dollari troviamo Sequoia Capital, società di venture capital che, come sopra riportato, ha donato circa 8 milioni di dollari anche ai PAC collegati alla campagna di Harris. Oto Analytics, società che sviluppa e fornisce software di analisi che consentono il monitoraggio delle transazioni con carta di pagamento, il riscatto del credito e l’analisi delle carte, ha versato mezzo milione di dollari. Altri donatori più piccoli di questo Super PAC, con cifre al di sotto dei 250.000 dollari, includono compagnie di costruzione e grandi aziende agricole.
Altri
Turnout for America è un Super PAC per cui non vi sono dati relativi ai donatori ma che sappiamo aver messo a disposizione della campagna presidenziale dell’ex presidente Donald Trump una cifra che supera i 18 milioni di dollari.
Make America Great Again PAC, come Save America, è un altro Leadership PAC, quindi collegato direttamente alla campagna. Ha raccolto donazioni individuali per un massimo di 15.000 dollari nel corso di questi anni, mettendo a disposizione di questa tornata elettorale presidenziale 16,7 milioni di dollari.
Duty to America ha depositato la sua dichiarazione di organizzazione presso la Federal Election Commission (FEC) il 25 giugno 2024. La sua dichiarazione di organizzazione è stata depositata da Cabell Hobbs, cofondatore e managing partner della Compliance Consulting Company of Virginia. Hobbs è indicato come tesoriere di Duty to America ed è anche il tesoriere di altri comitati di azione politica di centro-destra come USA PAC, Our American Century PAC e Ted Cruz Victory Fund PAC. Questo PAC ha raccolto 16 milioni di dollari per campagne rivolte contro il Partito Democratico e i suoi membri ma non vi sono dati inerenti i donatori.
Future Coalition PAC, un Super PAC che ha raccolto circa 3 milioni di euro senza rendere pubblici i donatori, è un PAC che mira ad ottenere il voto degli arabi e dei musulmani diffondendo video in cui si evidenzia come la candidata democratica, Harris, sia una sostenitrice di Israele. Singolare che questo PAC risulti tra le fila di Donald Trump, molto più sionista e filo-israeliano di Kamala Harris e del Partito Democratico, sebbene ogni governo USA rimarrà sempre filo-israeliano aldilà del suo colore politico.