Un anno fa Israele subì una strage perpetrata da Hamas, la conseguenza fu la morte di 1200 persone e la prigionia di altre 259 di cui ancora un centinaio , nelle mani dei terroristi.

Tutto il mondo ha condannato il fatto, ma ora a distanza di un anno, non possiamo certo dimenticare anche la terribile reazione di Israele che è ancora in atto.

Bimbo a Gaza

Gaza è stata annientata, sono state uccise 50.000 persone di cui la metà erano bambini. Da qualche mese il conflitto si è allargato al Libano con l’invasione dei mezzi militari di Israele, all’Iran, alla Cisgiordania e agli Yuti.

L’obiettivo dichiarato dal governo israeliano resta quello di un anno fa: “distruggere Hamas”E con Hamas tutti i gruppi fiancheggiatori, dal Jihad Islamico (il secondo gruppo armato più numeroso della Striscia di Gaza, che ha partecipato attivamente alla strage del 7 ottobre) al Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp), fino a Hezbollah, 

Nonostante il pesante coinvolgimento di civili il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha già dichiarato che non si fermerà,

Beirut

Chi, come noi, ha la mente scevra di pregiudizi e preconcetti ideologici, di certo condanna fermamente la strage subita da Israele, ma con altrettanta fermezza condanna lo sterminio di un popolo, quello palestinese. per portare a termine una vendetta decisamente fuori misura.

La grande assente in questi conflitti è la diplomazia che ha invece l’obbligo di tentare mediazioni anche se i Paesi coinvolti nei conflitti non lo desiderano.

Dobbiamo purtroppo prendere atto amaramente che il ricordare alle giovani generazioni ciò che accadde 80 anni or sono nel mondo, non ha più alcun senso.

Manuela Valletti

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale