di Cesare Sacchetti

Il passato aiuta davvero a comprendere il presente e anche il futuro se si riesce ad attingere a quella mole di documenti “proibiti” dalla storiografia liberale e se si riesce soprattutto a guardare i fatti spassionatamente per quello che sono.

Se proviamo a fare questo esercizio per un documento che sta circolando nuovamente su X in questi giorni e che si trova persino negli archivi ufficiali della CIA, riusciamo davvero a cogliere l’essenza e il motore della storia non solo dell’900, ma anche dei secoli precedenti.

Si tratta del discorso tenuto dal rabbino Emanuel Rabinovich nel gennaio del 1952 di fronte alla platea al Consiglio di Emergenza dei Rabbini a Budapest, in Ungheria.

Ora i detrattori, o meglio i negazionisti se volessimo utilizzare gli stessi illogici termini liberali contro loro stessi, di questo documento e di altri, sono arrivati ad affermare che il rabbino Rabinovich sia una sorta di personaggio immaginario e che il suo discorso non si sarebbe mai potuto tenere in Ungheria all’epoca in quanto c’era ancora la cortina di ferro e l’URSS comunista non lo avrebbe mai permesso.

Ci viene quasi da sorridere al riguardo. Sì, perché affermare che i bolscevichi che erano al 90% ebrei, e non pochi di loro praticanti, come per ciò che riguarda il famigerato comandante dell’Armata Rossa, Iona Yakir, che indossava persino il tipico abito giudaico dello Tzittzit sotto l’uniforme, probissero la pratica della religione ebraica è alquanto ridicolo e diremmo anche molto sfrontato dato che sfida le evidenze più clamorose sulla rivoluzione sovietica del 1917.

I lettori ricorderanno come in una precedente occasione parlammo dell’omicidio dello zar Nicola II e della sua famiglia che presentava tutte le caratteristiche di un rito occulto talmudico a partire dalle scritte e dai messaggi esoterici rinvenuti sul muro della casa nella quale avvenne il massacro e che denotano una profonda conoscenza della cabala ebraica da parte di chi ha fatto quelle scritte.

Il comunismo appartiene pienamente alla cultura ebraica sin dal principio, cioè da quando i due iniziati alla massoneria, Karl Marx e Friedrich Engels, pubblicarono il “loro” manifesto del partito comunista nel 1848 che sotto certi aspetti era un plagio del piano degli Illuminati di Baviera, poiché il tipo di società senza la proprietà privata, senza i confini, e senza la cristianità era esattamente la stessa della setta fondata nel 1776 da Adam Weishaupt, poi divenuto anche massone dopo il patto firmato con la libera muratoria a Wilhelmsbad nel 1782.

Se c’era una persecuzione nell’URSS comunista quella era contro i cristiani che sono stati massacrati a milioni dai bolscevichi, come avvenne per la enorme strage dei cristiani ucraini dell’Holodomor, il termine che sta indicare la Grande Carestia provocata dal sanguinario dittatore Stalin, bolscevico della prima ora e anch’egli di origini ebraiche, che condannò alla fame e alla morte 10 milioni di cristiani ucraini.

Sono le “grandi” stragi del comunismo taciute sui banchi di scuola della presente, e agonizzante aggiungeremo noi, scuola della rivoluzione sessantottina del 1968, “frutto” della scuola di Francoforte fondata da intellettuali tedeschi di origini askenazite, quali i noti, o famigerati, Theodor Adorno e Max Horkheimer.

Ancora più risibile l’argomento che il rabbino Rabinovich non sia mai esistito, se si pensa che anche altri ebrei, ben lontani dalla filosofia del sionismo, confermano che già sentirono parlare di lui e del suo discorso negli anni’50, un discorso che apparentemente non doveva essere divulgato al mondo esterno, ma evidentemente anche in questi ambienti c’è sempre o un qualche infiltrato, oppure un segreto dissidente che trasmette i piani del sionismo al mondo esterno, e, quando ciò avviene, allora si ricorre ad un vecchio e collaudato esercizio da parte dei leader di questi gruppi.

Si afferma che tutti i documenti sono mere fabbricazioni, ma poi di prove a sostegno di queste affermazioni se ne producono poche o nessuna, e in seguito si passa ad apporre il marchio di “antisemita” su coloro che provano a divulgarli e a denunciare la vera natura del sionismo al mondo esterno.

La società multiculturale di Kalergi e Soros

Se si legge però il discorso di Rabinovich si dovrà giungere ad una conclusione obbligata, a nostro parere. Se non è stato un appartenente al movimento sionista a pronunciare quelle parole, allora dev’essere qualcuno dotato del dono della pre-veggenza, poiché tutto quanto scritto in quella prolusione si è poi effettivamente avverato.

Ad esempio, a partire dalla società multietnica descritta dal rabbino che afferma esplicitamente che “nessuno uomo bianco dovrà accoppiarsi con una bianca” ma invece andrà incoraggiato e praticamente obbligato quel “meticciato” del quale ha parlato, tra gli altri, Corrado Augias, giornalista di origini askenazite, e anche l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, anch’egli di origini ebraiche, che addirittura parlò proprio di “imperativo” per ciò che riguarda la mescolanza razziale.

Il discorso di Sarkozy sull”obbligo” della mescolanza razziale

Come si può onestamente affermare che oggi la società liberale Occidentale non sia esattamente quella vagheggiata da Rabinovich nel 1952, quando abbiamo i mezzi di comunicazione e la cinematografia impegnati in una asfissiante promozione delle relazione interraziali e come si può ancora negare che gli ambienti che vogliono tale mescolanza siano quelli del mondo della finanza askenazita?

Non è forse George Soros, principe della sovversione internazionale e magiaro di origini ebraiche, da sempre impegnato nel favorire le migrazioni clandestine e favorire quella società liquida nella quale le razze non ci saranno più, sostituite da un generale meticciato che serve a creare quell’archetipo del popolo senza identità voluto dai signori del mondialismo?

E’ semplicemente innegabile per chiunque sappia e voglia riconoscere la verità, così come è altrettanto innegabile che il filosofo che può considerarsi il padre di questa ideologia, il conte Kalergi, nelle sue opere affermava che l’europeo del futuro sarebbe stato diverso da quello del passato, laddove quest’ultimo sarebbe stato il prodotto dell’unione delle razze afro-asiatiche ed europee, mentre quello originario, autoctono, se vogliamo, era ed è un nemico agli occhi del diplomatico austriaco.

Kalergi era abbastanza franco quando gli veniva chiesto chi erano i beneficiari di questa società del futuro nella quale non c’era più l’identità europea né tantomeno quella cattolica e cristiana.

Il conte affermava, proprio ad un’agenzia di stampa ebraica, la Jewish Telegraph Agency, che i vincitori del processo multiculturale sarebbero stati gli ebrei, che a differenza degli altri popoli invece sarebbero rimasti immuni alla mescolanza etnica.

Si guardi proprio su questo ad Israele. Lo stato ebraico è l’antitesi della società liberale Occidentale, almeno per quello che riguarda i principi razziali, dato che in Israele esiste una casta razziale che premia gli ebrei askenaziti in primis, mette al secondo posto i sefarditi, disprezzati non di rado dai primi, e agli ultimi posti collocano gli arabi e i cristiani, i più discriminati e i più maltrattati soprattutto quando provano a recarsi in pellegrinaggio nei luoghi culto della Città Santa di Gerusalemme.

Il liberalismo si applica con i nemici, ma per gli amici non solo si interpreta, ma si ignora proprio se volessimo prendere a prestito una metafora di memoria giolittiana.

Il sostegno sionista a Hitler e il culto olocaustico

Non può dirsi diversamente per le dinamiche che hanno portato allo scoppio della seconda guerra mondiale.

Rabinovich afferma che il sionismo ha dovuto dare mano libera per lasciare “sacrificare ai banditi hitleriani la maggioranza del nostro popolo, in modo da avere adeguata documentazione e testimoni per giustificare il nostro processo e l’esecuzione dei leader dell’America e della Russia come criminali di guerra”.

Come si può parlare anche qui in tutta sincerità di una “montatura” relativamente a questa affermazione e al discorso intero, quando la storia documenta chiaramente come il movimento sionista stipulò sin dal principio un accordo con il regime nazista di Adolf Hitler attraverso il trattato dell’Haavara, il quale consentì agli ebrei tedeschi di migrare in Palestina e fece affluire capitali e risorse specializzate indispensabili per la nascita del futuro stato ebraico?

Adolf Hitler è stato un benefattore dello stato di Israele e se soltanto nelle scuole si insegnasse la storia dell’Haavara si comprenderebbe come la religione olocaustica altro non sia che un paravento morale dietro il quale il sionismo si nasconde, quando esso è stato il primo a siglare accordi con i nazisti.

Soltanto il racconto di questo fondamentale elemento, cambierebbe completamente la prospettiva di chi legge la storia, visto che apprenderebbe sin dal primo istante che il nazismo e il sionismo hanno lavorato assieme sin dal primo istante, e che, Hitler, non è stato il risultato di una variabile impazzita, ma il risultato di un processo di preparazione che ha consentito al Fuhrer di ricevere vasti e ingenti finanziamenti dalla finanza anglosionista, come documentato nell’opera di Sidney Warburg “I finanziatori segreti di Hitler”, pubblicata nel 1933, e fatta immediatamente sparire dai nazisti.

Ancora più assurdo appare affermare che questo discorso possa trattarsi di un falso, se si pensa che il rabbino annuncia la creazione del culto olocaustico che, ricordiamo, nel 1952 ancora non esisteva, poiché esso ha avuto la sua netta espansione soltanto dopo il 1968 tanto che esso oggi è divenuta parte integrante della scuola sessantottina nella quale gli studenti vengono sottoposti a questo continuo lavaggio del cervello per far nascere in essi il senso di colpa sin da giovani, e poi portarli ad essere un domani i futuri e obbedienti cittadini devoti sia alla società multietnica e multiculturale sia ovviamente allo stato ebraico, il quale però, come visto, è esonerato dal seguire i dettami che predica e impone agli altri Paesi.

Alla fine Rabinovich afferma chiaramente che lo scopo finale di tale società nella quale si cancella qualsiasi traccia dell’antico ordine cristiano, e soprattutto cattolico, è quello di instaurare una pax judaica che durerà 10mila anni e nella quale non ci saranno più le religioni, se non quella di ispirazione talmudica voluta appunto dai proponenti di questo piano di dominio.

Anche per ciò che riguarda questa affermazione come si può affermare che si tratta di un falso, quando sul sito della più potente e influente lobby sionista del mondo, Chabad Lubavitch, si legge testualmente che l’umanità alla fine vedrà la manifestazione del Nuovo Ordine Mondiale, nel quale lo scettro andrà al messia ebraico, il cosiddetto moschiach, che governerà il mondo intero nel ricostruito tempio di Gerusalemme.

Chabad e il sionismo messianico è esattamente a questo quello che aspirano.  Non siamo altro che alla pura costatazione di quello che disse San Paolo sul rifiuto degli ebrei di volersi convertire nell’attesa che venga un messia molto diverso da Gesù Cristo.

Il rabbino Menachem Schneerson, uno dei personaggi più noti di questo culto e leader della setta per molti anni, è stato considerato per anni egli stesso l’incarnazione del messia ebraico dai suoi seguaci tanto che dopo la sua morte nel 1994 gli adepti di Chabad sono rimasti vicini alla sua tomba convinti davvero che potesse risorgere da un momento all’altro.

Se tale scenario può apparire surreale, e anche un po’ macabro, ad alcuni lettori, si pensi che uno degli stessi esponenti di Chabad, David Saltzman, ha affermato che i seguaci di questa setta si servono di cadaveri per praticare la negromanzia ed evocare gli spiriti, nella speranza che così il tanto atteso “moschiach” possa finalmente manifestarsi.

I documenti scritti non sono altro che la conferma dei fatti occorsi nel XX secolo. Non si può dubitare che il XX secolo sia stato una intera costruzione pensata per assegnare al sionismo e all’anglosfera, che da esso dipende, lo scettro assoluto fino ad arrivare alla espansione dello stato di Israele e al suo conseguente trionfo sul resto della nazioni.

Lo stesso Schneerson lo disse prima della morte. Netanyahu avrebbe dovuto essere l’uomo che avrebbe dovuto spianare la strada all’impero israeliano e alla venuta di questa figura tirannica per giungere così finalmente al cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.

Solo e soltanto questa è l’essenza storica del’1900. E’ stato un periodo storico nel quale si è marciato verso la decadenza assoluta dei costumi, della morale, e della spiritualità fino ad arrivare ai tempi più recenti nei quali, purtroppo, non poche persone si sono scristianizzate e sono finite in questo ecumenico nulla dei valori, nel quale questi moderni gnosticisti si fanno da sé la propria religione e sono tutti sono il loro piccolo dio di sé stessi.

E’ stato il punto più basso della storia d’Europa dei secoli della storia moderna e la dimostrazione di come il pensiero illuminista e massone sia stato concepito proprio per accompagnarci al punto nel quale siamo ora.

Siamo nel punto nel quale una religione, quella talmudica, ha provato a sostituirsi ad un’altra, quella cattolica, e il degrado morale non è altro che una conseguenza di questa sostituzione.

Persino la Chiesa Cattolica, per tutta la sua storia fiera avversaria e nemesi di massoneria e talmudismo, non è rimasta immune da tale contaminazione, anche se tale prova era stata annunciata già a Leone XIII che nella sua visione vide come la Chiesa sarebbe caduta per un periodo di 100 nelle mani di coloro che la volevano distruggere.

Quello che hanno dimenticato però gli architetti del caos e i proponenti del suprematismo sionista quali Schneerson e Rabinovich è che alla fine c’è stata una crisi di rigetto.

A forza di voler far ingoiare a tutti i costi ai popoli europei il multiculturalismo e la supremazia dello stato ebraico, c’è stata un rifiuto sempre più crescente e spontaneo.

C’è stato soprattutto il rifiuto di quei leader politici quali Vladimir Putin e Donald Trump che si sono rifiutati di lasciare che il mondo precipitasse verso questa tirannia globale e verso il dominio assoluto dello stato ebraico.

Gli Stati nazionali che erano usciti di scena nel’900 internazionalista ritornano prepotentemente sulla scena e si riprendono sempre di più la sovranità che essi avevano delegato ai centri del potere finanziario internazionale.

Nella geopolitica, il processo è del tutto similare.

La tremenda risposta dell’Iran a Israele è soltanto la prova più lampante che ormai la supremazia israeliana e il suo dominio sugli affari internazionali è giunto al tramonto.

Soprattutto quello che hanno dimenticato i seguaci del sionismo, i massoni e i vari nemici della cristianità è che le redini della storia alla fine restano solo e soltanto nelle mani della Provvidenza.

Non si può pensare di capovolgere l’ordine naturale delle cose. Ogni stato di caos e disordine è sempre temporaneo ed è destinato inevitabilmente fallire.

Certamente questo vale in special modo per il novecento che è stato a tutti gli effetti il secolo sionista ed ebraico, ma non si può dubitare che oggi quel periodo storico è definitivamente volto al termine.

http://www.lacrunadellago.net

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

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