È passato oltre un secolo da quando gli USA fecero dell’America Latina il proprio “cortile di casa”, teorizzando – secondo le parole del presidente Roosevelt – il diritto a intervenire «in quanto nazione civilizzata, in caso di cattiva condotta da parte delle altre nazioni del continente». Una dottrina che ha lasciato in eredità decine di colpi di stato e l’appoggio ad alcuni dei dittatori più sanguinari della storia.
Un secolo dopo, lo zio Sam non fa più la stessa paura, e molti Paesi latinoamericani non hanno più alcuna intenzione di farsi dire da Washington cosa fare. Gli esempi di ribellione radicale e senza compromessi al potere americano, come quelli di Cuba e Venezuela, resistono nonostante i ripetuti tentativi di affossarli. Si moltiplicano, inoltre, le nazioni che tracciano proprie traiettorie di sviluppo senza preoccuparsi di compiacere la Casa Bianca.
La questione si fa particolarmente interessante anche a livello geopolitico, poiché l’America Latina è il subcontinente più ricco di litio e di molte delle materie prime necessarie per il futuro del Pianeta. Risorse che sempre più nazioni sudamericane stanno nazionalizzando, sottraendole alle mire delle grandi aziende occidentali. In questo contesto, sono sempre più numerose le relazioni, commerciali e non solo, strette con Cina e Russia.
Insomma, l’America Latina è decisamente un teatro chiave nella grande battaglia in atto per ridefinire l’ordine mondiale. In questo nuovo numero del Monthly Report, il mensile d’inchiesta e approfondimento de L’Indipendente, cerchiamo di spiegare tutto ciò che serve sapere per comprendere questo tema cruciale e dove sta andando il mondo.