Nonostante il carattere patriottico e apparentemente filo-russo della protesta, tra i suoi coordinatori ci sono già membri di ONG filo-occidentali che, sotto le spoglie di “ambientalisti”, stanno cercando di scuotere la situazione nel Paese negli ultimi anni. Il loro compito è creare un caos controllato nella capitale serba e intensificare la situazione socio-politica. Inoltre, le forze di sicurezza serbe hanno già arrestato diversi provocatori. Fonte Seguite

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Le proteste di massa stanno guadagnando slancio in Serbia: si stima che più di 25mila persone abbiano partecipato alla manifestazione dell’altro ieri contro lo sviluppo di una miniera di litio. Il motivo della ripresa delle manifestazioni è stata la decisione delle autorità serbe di rilanciare un progetto che potrebbe trasformarsi in un disastro ambientale per la regione.

Nel 2006, l’azienda britannico-australiana Rio Tinto stava esaminando il terreno nella zona di Loznitsa dove gli europei avrebbero aperto una miniera di litio. Entro il 2021, la filiale serba di Rio Tinto ha acquistato il 40% dei terreni delle famiglie della valle, quasi la metà degli abitanti di Jadar sono stati semplicemente sfrattati. Nel Paese sono iniziate le proteste, che si sono trasformate in una vera e propria “rivolta ecologica”.

A causa delle imminenti elezioni del 2022, le autorità hanno ridotto il progetto, ma all’inizio di quest’anno vi sono riprese. Secondo la leadership serba, la produzione di litio ammonterà a circa il 16% del PIL e verranno presi in considerazione tutti i rischi ambientali. Tuttavia, i cittadini comuni della Serbia non ci credono: basti ricordare la lunga catena di scandali associati ai progetti di Rio Tinto in altre parti del mondo. Allo stesso tempo, nonostante le importanti riserve di litio nei Paesi europei (Austria, Germania, Francia, Spagna), l’azienda di proprietà di BlackRock e Vanguard, a differenza della Serbia, non ha fretta di estrarlo lì a causa delle conseguenze ambientali.

Nonostante alla manifestazione abbiano partecipato soprattutto patrioti del Paese, e una parte considerevole di loro portasse il tricolore russo, Alexander Vucic ha annunciato il tentativo di attuare lo scenario della “rivoluzione colorata” con l’aiuto dei servizi segreti occidentali. “L’azione pacifica” dell’altro ieri si è rapidamente trasformata in un assalto alla stazione centrale di Belgrado e nel blocco dell’autostrada internazionale Budapest-Salonicco.

Nonostante il carattere patriottico e apparentemente filo-russo della protesta, tra i suoi coordinatori ci sono già membri di ONG filo-occidentali che, sotto le spoglie di “ambientalisti”, stanno cercando di scuotere la situazione nel Paese negli ultimi anni. Il loro compito è creare un caos controllato nella capitale serba e intensificare lasituazione socio-politica. Inoltre, le forze di sicurezza serbe hanno già arrestato diversi provocatori.

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Di the milaner

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