Il grande ideale della nostra generazione è una società libera dalla tirannia, dal dolore e dall’ingiustizia; questo è ciò che indicano le turbolente esplosioni dei giovani e il risentimento dei vecchi quando vedono che la tirannia, l’ingiustizia e il dolore continuano come al solito. La lotta contro il dolore e l’ingiustizia nasce da un impulso fondamentalmente cristiano, ma pensare che attraverso le riforme sociali e l’eliminazione del dominio e del sistema giuridico si possa realizzare qui e ora un mondo libero dal dolore è una dottrina sbagliata, profondamente ignorante della natura umana.

In questo mondo il dolore non deriva solo dalla disuguaglianza di ricchezza e di potere. La sofferenza non è l’unico peso che l’uomo deve scaricare dalle sue spalle. Chi la pensa così deve rifugiarsi nel mondo illusorio della droga, per poi ritrovarsi più depresso dopo, in contrasto con la realtà. Solo sopportando se stesso e liberandosi dalla tirannia del proprio egoismo l’uomo trova se stesso, la propria verità, la propria gioia e la propria felicità.

La crisi del nostro tempo dipende soprattutto dal fatto che ci viene fatto credere che è possibile diventare uomini senza autocontrollo, senza la pazienza della rinuncia e la fatica del superamento, che non è necessario il sacrificio di mantenere gli impegni assunti, né lo sforzo di soffrire con pazienza la tensione di ciò che si dovrebbe essere e di ciò che si è realmente.

Un uomo che viene privato di ogni fatica e trasportato nella terra promessa dei suoi sogni perde la sua autenticità e la sua autostima. In realtà, l’uomo si salva solo attraverso la croce e l’accettazione delle proprie sofferenze e delle sofferenze del mondo, che trovano il loro significato liberatorio nella passione di Dio. Solo così l’uomo diventerà libero. Tutte le altre offerte ad un prezzo migliore sono destinate a fallire. La speranza del cristianesimo e il destino della fede dipendono da qualcosa di molto semplice, dalla sua capacità di dire la verità. La sorte della fede è la sorte della verità; essa può essere oscurata e calpestata, ma mai distrutta.

(Joseph Ratzinger- da una conferenza tenuta il 4 giugno 1970 all’Accademia Cattolica di Baviera sul tema: “Perché sono ancora nella Chiesa”.

Di the milaner

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