Ex delfino di Berlusconi e tre volte alla guida di ministeri chiave, l’avvocato di Agrigento presiede aziende che fatturano miliardi, dal Gruppo San Donato (sanità) ad Astm (concessioni autostradali) fino alla società dell’Esselunga coinvolta nella strage di operai a Firenze. Ma è la vecchia passione per la politica il suo asso nella manica
Gli Stati Uniti hanno Donald Trump: dagli affari alla politica. L’Italia ha Angelino Alfano: dalla politica agli affari. Quando a dicembre del 2017, non ancora cinquantenne, l’ex delfino di Silvio Berlusconi già ministro della giustizia, dell’interno e degli esteri, ha annunciato di non volersi ricandidare alle legislative del marzo 2018, tutti avevano un’interpretazione e nessuno un perché. Sei anni dopo il movente è chiaro. L’avvocato agrigentino nato nel 1970, passato per Dc, Fi, Pdl, Ncd e infine Alleanza popolare, è uno degli uomini più influenti nell’Italia del business e fra quelli a più alto reddito, probabilmente. L’avverbio è d’obbligo perché tutti gli atti societari dove si parla degli emolumenti di Alfano sono omissati come un’indagine giudiziaria top secret. Ma al centro della sua rete ci sono affari nell’ordine dei miliardi. Ci deve essere una proporzionalità tra questi volumi e il 730 di chi sembrava destinato a rimanere fedele nei secoli al culto democristiano assorbito dal padre Angelo, assessore. comunale nella Valle dei Templi, e declinato nelle sue infinite versioni post-moderne.
Il catalogo degli incarichi, in ordine cronologico, è questo. A luglio del 2018, in tempo di governo giallo-verde Conte I, Alfano è entrato nello studio Bonelli-Erede, una delle più importanti legal firm italiane in materia di affari. Si è comportato tanto bene che nel gennaio 2021 è stato promosso da counsel a partner cioè socio. Dal gennaio 2019, dato che la politica non può uscire da chi l’ha nel sangue, Alfano è presidente della Fondazione Alcide De Gasperi, un club di rigoroso culto scudocrociato tra banchieri come Giovanni Bazoli, imprenditori-politici come il siculo di Bronte Vito Bonsignore, tycoon internazionali come il miliardario libanese Fouad Makhzoumi. Oggi la fondazione include Paolo Alli, ex responsabile della segreteria del redivivo Roberto Formigoni e vicecommissario all’Expo milanese del 2015, Isidoro Gottardo, dc friulano diventato parlamentare con il Pdl, e Carlo Secchi, ex rettore della Bocconi e membro della Trilaterale.
Il vero debutto di Alfano nel mondo del business porta la data del luglio 2019, quando il più giovane Guardasigilli della storia italiana è diventato presidente del Gruppo San Donato (Gsd), numero uno nazionale della sanità privata controllato dalla holding Papiniano della famiglia Rotelli. Anche qui Alfano ha meritato visto che il 9 giugno dell’anno scorso è stato confermato per un altro triennio. Nella primavera del 2023 ha aggiunto altre due presidenze al suo curriculum di manager a tutto campo. Il 17 aprile la famiglia Caprotti lo ha cooptato alla guida della subholding immobiliare La Villata, che ha in portafoglio oltre metà degli utili di Esselunga (33,8 milioni nel consolidato 2022 su un totale di 63,8 milioni). Pochi giorni dopo, il 26 aprile, Alfano ha assunto la presidenza di Astm, la cassaforte delle concessionarie autostradali del gruppo Gavio-Ardian.
L’impegno con Gsd è il più pubblicizzato. Il colosso sanitario nato dai disastri dell’imprenditoria privata di area forzista, da don Luigi Verzé ad Antonino Ligresti, è cresciuto fino a 58 centri medici di cui 19 ospedali e tre Irccs (San Raffaele, Policlinico San Donato e Galeazzi). Ma proprio l’acquisizione del San Raffaele prossimo al fallimento nel 2012, su moral suasion di Berlusconi che nella clinica accanto a Milano 2 ha trascorso le sue ultime ore di vita, continua a pesare sui conti. Solo il bilancio 2023, secondo il vicepresidente Paolo Rotelli, produrrà un primo piccolo risultato positivo. Fino al 2022, però, il consolidato della capogruppo Papiniano era in rosso per 62,6 milioni di euro. Eppure Gsd, che fattura 1,88 miliardi di euro, investe senza sosta grazie a una fiducia del sistema bancario che va al di là delle pur ricche convenzioni con la regione Lombardia.
Lo dimostra un affare concluso fra agosto e dicembre 2023 con la consulenza dello studio Bonelli-Erede: l’acquisizione di American heart of Poland (Ahp), uno dei maggiori gruppi della sanità privata polacca. L’operazione vale 350 milioni di euro garantiti da un prestito dei principali istituti italiani cioè Bnl-Bnp, la capofila, con Intesa, Unicredit e Bpm. Il nuovo acquisto è stato portato sotto l’ombrello di Gksd, braccio estero di Gsd guidato da Kamel Ghribi, il finanziere tunisino con passaporto svizzero e sede in via Marconi a Lugano che ha aperto alla famiglia Rotelli le vie lucrose della sanità nei paesi arabi (Tunisia, Libia, Egitto, Iraq, Arabia Saudita). Ghribi è l’altro vicepresidente di Gsd con Rotelli mentre Augusta Iannini, ex gip del tribunale di Roma ai tempi di Tangentopoli oltre che consorte di Bruno Vespa, è responsabile dell’organismo di vigilanza. Fino al 2022 è stato consigliere lo scomparso Roberto Maroni, ex presidente regionale lombardo e autore della riforma sanitaria intermedia fra quella di Formigoni e quella di Letizia Moratti, due amici storici del San Raffaele.
A proposito di amici, fra tante operazioni di respiro internazionale, a luglio il Gsd ha aperto il reparto di cardiochirurgia pediatrica presso l’Arnas civico di Palermo in collaborazione con la Regione siciliana retta da un altro dc di vecchia data, Renato Schifani.
La rete delle relazioni alfaniane sa essere elastica. Nell’operazione conclusa a novembre del 2023 fra Gsd e Generali per creare un network di smart clinic (in italiano poco smart, una rete di cliniche private), il gruppo assicurativo è assistito dallo studio Bonelli-Erede. Un mese dopo, Bonelli-Erede è tornato dalla parte di Gksd-Gsd nella costituzione di una joint-venture con Greenthesis (riciclo rifiuti).
Contro la sua precedente esistenza incentrata sulla visibilità, il motto del nuovo Alfano è apparire poco. A parte gli annunci di Gsd, solo La Villata ha riportato l’ex politico nelle cronache, dopo il gravissimo incidente con cinque morti nel cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze del 16 febbraio scorso. Lunedì 4 marzo 2024 i lavori sono ripresi mentre la Procura lavora sull’ipotesi di omicidio colposo che a breve focalizzerà le responsabilità individuali. Alfano sembra in una posizione abbastanza sicura. Dagli atti societari consultati dall’Espresso la sicurezza nei cantieri era delegata al consigliere Luigi Melegari, un ingegnere che lavora nel gruppo Caprotti da un quarto di secolo. Ma è impossibile dire in questo momento come si orienteranno i magistrati fiorentini e Alfano, che ha intrapreso alcuni contenziosi legali contro l’Espresso senza ottenere grandi risultati, ha preferito non commentare questo articolo.
Il suo sbarco nel gruppo Esselunga, oltre che da passate simpatie berlusconiane comuni con il fondatore Bernardo Caprotti, sembra collegato in modo paradossale al suo ruolo di avvocato. Ad aprile 2020, Sergio Erede in persona ha curato gli interessi di Violetta Caprotti, secondogenita di Bernardo liquidata dalla società insieme con il fratello Giuseppe a beneficio della sorella Marina e di sua madre Giuliana Albera. Proprio Marina Caprotti, che ha prevalso nella contesa sulla successione, ha messo Alfano a presiedere La Villata tre anni dopo.
Questo schema di porte girevoli ricorre, anche se in maniera più lineare, nell’incarico dell’ex ministro in Astm. Fonti del gruppo piemontese dicono che la nomina di Alfano si spiega con la ricerca di un presidente di garanzia. È un understatement. I contatti dell’avvocato siciliano con il gruppo alessandrino risalgono a un dossier di importanza vitale. Nel luglio 2018 l’ex pluriministro al suo primo incarico con Bonelli-Erede era con i francesi di Ardian nell’acquisto di poco meno della metà di Aurelia, holding del gruppo fondato da Marcellino Gavio.
Ardian, con il managing director Stefano Mion, figlio dell’ex stratega finanziario della famiglia Benetton, Gianni Mion, coinvolto nel processo genovese sul Morandi, si è affidata a Bonelli-Erede in altri tre affari. Il primo è la cessione di Hisi, holding che si occupa di sanità e infrastrutture. Il secondo è la vendita in febbraio del 49 per cento di Aeroporti Milanesi, un’operazione da 1 miliardo. Infine, c’è l’affare Inwit, la rete del wireless in società con Tim valutata 1,35 miliardi che Ardian vuole dismettere.
Insomma qui e là emerge un lieve sospetto di conflitto di interessi, e magari di lottizzazione delle grandi partite finanziarie fra grandi uffici legali a imitazione del manuale intitolato a Massimiliano Cencelli, funzionario democristiano. Di sicuro la prima vita di Alfano è la sua arma in più al tavolo delle trattative e i suoi contatti politici godono ancora di ottima salute com’è il caso di Fabio Roscioli, ex legale di Alfano e socio di studio della moglie Tiziana Miceli, nominato tesoriere di Forza Italia a giugno 2023. In fin dei conti, fra gente che si conosce, gli affari si fanno meglio.
Gianfrancesco Turano