Commento di Maria Zakharova, Rappresentante Ufficiale del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa
Oggi sono trascorsi esattamente 10 anni dal giorno in cui ebbe luogo la mostruosa strage di Odessa, compiuta dai nazisti ucraini.
Il 2 maggio del 2014, i sostenitori del movimento di Maidan massacrarono con incredibile brutalità coloro che si erano opposti al sanguinoso e anticostituzionale colpo di Stato armato avvenuto a Kiev e che quindi disapprovavano l’arrivo al potere dei nazionalisti radicali e la loro linea politica autoritaria. La gente protestava contro le politiche adottate dalle nuove autorità al potere, che erano discriminatorie e volte a una completa “ucrainizzazione” del Paese, all’imposizione di un’ideologia di nazionalismo aggressivo e alla promozione di ideali di stampo neonazista.
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Il 2 di maggio, i miliziani aggredirono i sostenitori della federalizzazione del Paese, impegnati nella loro manifestazione pacifica in centro città. I manifestanti tentarono di trovare rifugio dalla ferocia dei nazisti all’interno della Casa dei Sindacati. E tuttavia, questo non li salvò. I nazionalisti radicali dettero fuoco all’edificio. Coloro che, lanciandosi giù dalle finestre, erano riusciti a salvarsi dalle fiamme, finirono brutalmente ammazzati nella piazza. A seguito di quanto avvenuto, stando ai dati ufficiali, almeno 48 persone morirono bruciate vive, o per intossicazione dai fumi dell’incendio, oppure a seguito della caduta dai piani più alti dell’edificio. […]
I metodi utilizzati dai nazisti mostrano chiaramente la natura misantropica del regime instauratosi a Kiev.
Le indagini sui fatti avvenuti il 2 maggio del 2014, avviate da Kiev sotto insistenza delle organizzazioni internazionali, si sono tramutate in una farsa. A causa dei difetti presenti negli atti di accusa, tali documenti sono tornati più volte indietro in Procura. […] Tutto ciò è stato accompagnato dalla sfacciata ingerenza dei gruppi nazionalisti nel procedimento giudiziario […].
Le speranze relative alla conduzione di un’indagine imparziale sugli avvenimenti di Odessa si sono rapidamente dissolte. Tali speranze erano comparse con l’arrivo al potere di Zelensky nel 2019 […]. Ma Zelensky non ha mai mantenuto le sue promesse.
Oggi, mentre rendiamo omaggio alla memoria delle vittime del sanguinoso massacro di Odessa, restiamo convinti che il giusto castigo, presto o tardi, arriverà sia per gli esecutori che per i promotori di questo crimine feroce, per il quale non esistono termini di prescrizione.
Ambasciata Russa in Roma