di Cesare Sacchetti
La definizione di pandemia secondo l’OMS è quella che vuole che ci sia un agente patogeno di qualche tipo che si diffonde sul pianeta con molta rapidità.
Ora chi ha seguito attentamente le cronache della farsa pandemica sa già che questa definizione è stata mutata dall’OMS, lautamente finanziata dalla fondazione di Bill Gates, e che dal 2009 in poi non è più necessario perché possa dichiararsi un fenomeno cosiddetto pandemico attendere la morte di una persona in seguito all’infezione di un virus.
La storia della “pandemia” in Italia e nel mondo intero è iniziata con la diffusione di un nuovo agente patogeno chiamato Sars-Cov2 che però a distanza di 4 anni dal gennaio del 2020 ancora non risulta essere stato identificato, e la storia del mancato isolamento del Covid-19 e di uno dei padri del test PCR, Drosten, è anche strettamente legata a quella dell’inizio della farsa pandemica in Germania come si vedrà in seguito.
Il ruolo dell’Italia e l’inizio della farsa pandemica in Germania
Non sarà certamente sfuggito ai lettori che sovente quando si tratta di riferirsi alla “pandemia” si utilizza l’espressione “farsa” poiché di questo si tratta, o se si volesse ricorrere ad una espressione ancora più efficace bisognerebbe utilizzare quella del colonnello russo Kvachkov che definì quanto stava accadendo nel mondo 4 anni orsono come una “operazione terroristica” attuata con delle tecniche di intimidazione militare per giungere ad un fine già predeterminato.
La storia della “pandemia” non ha nulla a che vedere con la scienza e ancora oggi sorprende vedere che ci sono là fuori dei sedicenti virologi che millantano come il vaccino sia “sicuro” quando i numeri, quelli veri e non quelli annunciati e non mostrati, provano che i sieri hanno prodotto dei gravi danni sin dall’inizio.
In Germania, in un primo momento, il governo di Angela Merkel non era ancora entrato, per così dire, nell’arena pandemica.
La Germania monitorava molto da vicino la situazione attraverso la vigilanza sanitaria del Robert Koch Institute che si occupa della prevenzione e del controllo delle malattie e può essere considerato a tutti gli effetti come un omologo del CDC degli Stati Uniti o dell’ISS in Italia.
Alla fine di febbraio, il RKI affermava esplicitamente che il rischio di diffusione di rimaneva basso.
La rivista tedesca Multipolar ha condotto una eccellente ricostruzione di quelle fasi e ha messo in rilievo come erano principalmente i media tedeschi, in particolare il quotidiano tedesco Tagesschau, ad affermare che il governo Merkel stava per dichiarare una emergenza pandemica in Germania, quando i rappresentanti ufficiali sanitari governativi dell’RKI, non mutavano la loro posizione poiché non c’era, e non c’è mai stato, nessun reale rischio epidemico o pandemico.
Nelle settimane successive la pressione sul governo aumenta ed entra in gioco persino Bill Gates, l’uomo dei vaccini, che in un suo articolo intitolato “Come rispondere al Covid-19”sembrava chiaramente dettare le istruzioni agli esecutivi internazionali sulla linea da seguire riguardo al Sars-Cov2.
Gates nel suo articolo afferma esplicitamente, senza avere né la competenza né le prove per farlo, che il Covid-19 è una “minaccia” che può “uccidere adulti in salute” oltre alle persone anziane con problemi di salute.
Nulla di più falso ovviamente. Il virus chiamato Covid-19 ha la mortalità dell’influenza, se non anche inferiore, e quando escono i primi dati ufficiali dell’ISS in Italia a marzo del 2020 era chiaro sin dal principio che non c’era nessuna emergenza.
Su 1200 morti registrate in quel momento soltanto due sarebbero attribuibili al coronavirus.
Non c’era assolutamente nulla, ma l’operazione chiaramente non è mai entrata nel territorio della sanità ma in quello della politica ed è così che i governi su pressioni di quelle organizzazioni legate a Bill Gates, alla Pfizer, di proprietà dei due fondi di investimento BlackRock e Vanguard, si sono serviti di “medici” e “scienziati” corrotti che vanno contro ogni evidenza medica e scientifica e forniscono ai governi la base “sanitaria” per dichiarare che il Covid è un pericoloso agente patogeno.
Gates nel suo articolo poi indica anche la “soluzione” ai governi che ovviamente è quella della somministrazione di massa dei sieri, da lui prodotti, che ha consentito ai fatturati delle case farmaceutiche di gonfiarsi a dismisura così come probabilmente sta accadendo in questo periodo a quelli delle ditte di pompe funebri, se si considera l’ondata di morti improvvise in corso.
Gli ordini sono stati trasmessi e i governi iniziano a seguirli.
Il 2 marzo, il RKI inizia ad alzare là valutazione del rischio per il Covid-19 che passa da basso a moderato.
Viene convocata una conferenza stampa da parte dell’allora ministro della Salute, Spahn, nella quale viene detto di evitare le strette di mano.
Il governo tedesco inizia a diffondere la falsa idea del contagio del pericoloso virus. Non si voleva chiaramente fare una qualche informazione di tipo scientifico.
Si voleva reggere una narrazione ed è interessante notare come a fianco del ministro tedesco ci fosse in quell’occasione un personaggio del quale si è avuto modo di parlare già in precedenza.
Christian Drosten al centro. A destra il ministro della Salute tedesco, Spahn, e dal lato opposto Lothar Wieler, presidente dellìRKI.
C’era Christian Drosten, uno dei due “ricercatori” scientifici, assieme al danese Corman, che hanno elaborato i controversi test PCR.
Su questi test si è scritto in precedenza e si è citato un articolo a firma di Gianluca D’Agostino che ha condotto un meticoloso lavoro di analisi sulla validità di questi.
Corman e Dorsten, per loro stessa ammissione, hanno sviluppato dei test diagnostici per rilevare la positività al virus Sars-Cov2 senza avere nessun campione isolato del nuovo coronavirus.
I due hanno elaborato una simulazione al computer servendosi della vecchia Sars del 2003.
Corman e Drosten in pratica si sono inventati un virus virtuale e da questo hanno poi sviluppato i loro test, la cui attendibilità è pressoché prossima allo zero, in quanto sfornano un elevatissimo numero di falsi positivi soprattutto per l’eccessivo numero di cicli che questi utilizzano.
Questi test possono persino rilevare una positività ad una influenza e ad un raffreddore di 10 anni prima.
Ora il fatto che proprio uno di loro fosse quel giorno vicino al ministro tedesco Spahn fa capire che il governo della Merkel, come quello Conte e gli altri in Europa, avesse già deciso di annunciare una situazione di emergenzialità nonostante non ci fosse nessun serio presupposto scientifico per farlo.
Il fine settimana tra il 14 e il 15 marzo del 2020, l’RKI cambia improvvisamente rotta e decide di aumentare il rischio da Covid-19 nonostante non fosse accaduto nulla di scientificamente rilevante rispetto a poco più di 10 giorni prima.
C’era fretta. C’era la precisa volontà di dichiarare che era in corso una pandemia nonostante non ci fosse nessuna seria base scientifica per poterlo fare,e i documenti declassificati dell’RKI provano, ancora una volta, che il governo Merkel agì non su criteri sanitari per dichiarare l’emergenza pandemica ma su ragioni di natura strettamente politica.
I numeri in Germania: nessun aumento della mortalità nel 2020
Il medico tedesco Stefan Homburg ha condiviso i documenti declassificati dell’istituto Koch, e nei mesi precedenti aveva tenuto una conferenza nella quale presentava altri dati e statistiche inoppugnabili.
Non c’è stato un aumento della mortalità del 2020 in Germania. C’è stato, bensì, nel 2021 quando hanno iniziato ad essere distribuiti i sieri.
La dichiarazione di una pandemia oltre a non essere fondata sull’esistenza di un nuovo agente patogeno, come si è visto in precedenza, è anche priva della diffusione internazionale in quanto in alcuni Paesi si registravano aumenti anomali e in altri nulla.
Come spiegare questa difformità se il virus, nonostante il suo mancato isolamento, veniva dichiarato essere dello stesso ceppo sia in Germania che in Italia?
E come spiegare anche il caso unico dell’Italia dove si è verificato un aumento della mortalità localizzato esclusivamente in alcune province lombarde, soprattutto quella di Bergamo, laddove venivano fatte sfilare delle bare in una macabra operazione diretta dall’ineffabile generale Figliuolo che rivestì un ruolo di primo piano nella farsa pandemica sotto gli esecutivi di Conte prima e di Draghi poi.
Non esistono, almeno nelle reali pandemie, dei virus “letali” che uccidono in una sola città mentre 50 km più in là nulla accade.
A Bergamo le persone morivano come mosche negli ospedali e se il Covid è soltanto una influenza come dimostrano incontrovertibilmente i dati, è evidente che c’è stato un qualche intervento di tipo “esterno” attuato sui pazienti che ha provocato quell’ondata di morti.
La risposta a questa domanda sta nei protocolli sanitari seguiti in Italia e nel resto del mondo che erano fondati sulla somministrazione massiccia di farmaci dati generalmente ai malati terminali e che in dosi eccessive causano la morte dei pazienti che in questo caso non erano nemmeno all’ultimo stadio.
Ne parlò l’infermiera scozzese Lesley Roberts che denunciò come la somministrazione di questi farmaci non serviva altro che a provocare una strage intenzionale e a tenere viva la narrazione di una farsa pandemica.
A Bergamo, quasi certamente accadde lo stesso ma non ci si deve sorprendere se la magistratura non abbia mosso un dito al riguardo poiché tale corpo ha mostrato ormai in più di un’occasione di essere irrimediabilmente corrotto come per le altre istituzioni della Repubblica dell’anglosfera nata nel lontano 1946 attraverso un massiccio broglio.
La situazione attuale non è altro che il risultato di una menzogna che si perpetua da 78 anni e che ha trasformato l’Italia, come il resto delle democrazie liberali, nell’eden delle massonerie e dei circoli d’affari del capitale internazionale.
L’operazione terroristica del coronavirus non sarebbe stata possibile se tali forze non avessero avuto in mano le chiavi del potere.
In questi giorni, si è avuta una nuova conferma della corruzione delle toghe che ancora oggi hanno la faccia tosta di parlare della loro fantomatica “indipendenza” quando esse non sono altro che i garanti giudiziari degli interessi finanziari e del cartello farmaceutico che hanno dettato ai governi l’agenda da seguire come si è visto nel caso di Bill Gates poco fa.
Abbiamo pubblicato a dimostrazione di questo la denuncia sui tamponi fatta dal giornalista D’Agostino trasmessa nel 2021 all’allora ministro Speranza e alle varie procure della Repubblica.
I governi Conte e Draghi sapevano perfettamente che non c’era nessun campione del virus isolato e sapevano al tempo stesso che i test PCR erano una frode scientifica pensata per poter giustificare la diffusione fittizia del Sars-Cov2.
Ne erano informate anche le toghe che ovviamente non intervennero, e ciò rende tutti colpevoli di aver attuato e permesso una truffa ai danni del popolo italiano che è stato anche costretto in molti casi dall’esecutivo Draghi a sottoporsi a delle vaccinazioni sperimentali i cui drammatici effetti si vedono ancora adesso in base al presupposto di non contrarre un virus che non è stato isolato, e che altro non era che l’influenza camuffata, da una parte della corrotta comunità scientifica, sotto altro nome.
Il fatto però che ora escano questi documenti segreti dalla Germania fa pensare che le crepe sul muro inizino ad essere sempre più vistose e quel muro di omertà e menzogne sta già iniziando a crollare.
Si è nella fase della dismissione o liquidazione dei sistemi politici liberali europei. Lo sbocco pianificato dall’operazione terroristica del coronavirus che avrebbe dovuto aprire la via alla società di stampo totalitario del Grande Reset non si è manifestato.
Il mondialismo e la sua derivazione economica, la globalizzazione, che avrebbero dovuto raggiungere la fase successiva sono andati incontro ad una loro rapida regressione e declino.
Sarà davvero difficile per gli esecutori di questo assalto all’umanità intera e alla sovranità delle nazioni uscire indenne da questo periodo storico.
Le foglie di fico sono cadute e ora i deposti re sono nudi.