Non volevo scrivere di Speranza, davo per scontato che tutti sapessero a quale gravità fosse arrivata la gestione della sanità durante il Covid, ma ora, dopo l’articolo apparso sulla Verità a firma Borgonovo – Rico e a quello a firma Gismondo (trovate i link a fondo pagina) ho deciso di dare spazio a questa infamia. Vi invito a leggere e non lo faccio per il mio giornale, ma per chi ha “subito” il vaccino o lo ha fatto in perfetta buona fede, fidandosi di chi ci governava. Ci sono esami che potete fare per controllare il vostro stato di salute.
Manuela Valletti
Quella che Francesco Borgonovo e Alessandro Rico lanciano da LaVerità del 10 aprile è una vera e propria bomba: “Roberto Speranza sapeva che un effetto avverso su cinque dei vaccini anti Covid riguardava eventi gravi o addirittura decessi”. La certezza arriva dagli avvocati dall’associazione che ha trascinato in tribunale lui e Nicola Magrini, ex capo dell’Aifa. Questa confessione Speranza l’ha fatta, infatti, ai magistrati del Tribunale dei ministri, i quali, però, hanno comunque deciso di archiviarlo.
Stando però alle cifre rivelate dallo stesso ex ministro della Salute, vuol dire che stiamo parlando del 20% del totale dei casi riportati all’autorità di vigilanza sui medicinali che, come precisano gli autori del pezzo, “sono solo una parte di quelli realmente verificatisi, visto che la vigilanza stessa è stata alquanto carente”. Speranza, però, in pubblico e addirittura nel suo libro ha sempre continuato a dire che si trattava di “rare segnalazioni”. Antonietta Veneziano e Angelo Di Lorenzo, dell’associazione Avvocati Liberi, sono i legali che hanno seguito il procedimento giudiziario riguardante Roberto Speranza e Nicola Magrini, e ora hanno deciso di rompere il silenzio.
Con una serie di interviste rilasciate all’emittente Byoblu nel programma “Orso-bruno”, e che saranno trasmesse a puntate, gli avvocati hanno esaminato le motivazioni – raccolte in oltre 30 pagine – sulla base delle quali il Tribunale dei ministri ha deciso per l’archiviazione di Speranza. Da queste 30 pagine emergono però palesi incongruenze, per questo, secondo loro, la partita è comunque ancora aperta. Quanto agli effetti avversi, come riferisce l’avvocato Veneziano, già dopo le prime settimane di vaccinazioni, a Speranza erano arrivati segnali allarmanti, che tuttavia preferì ignorare, pur di portare avanti l’impresa di “immunizzare” gli italiani. Altra grande bufala perché, come si scoprirà di lì a breve, il farmaco a mRna non bloccava la trasmissione del virus. La legale ha svelato che nel suo interrogatorio con i magistrati del Tribunale dei ministri, “Speranza dice che lui è a conoscenza del fatto che un evento avverso su cinque di quelli segnalati ad Aifa era grave, gravissimo o addirittura mortale”.
Quel 20% di segnalazioni non spinse però Speranza a rallentare la campagna vaccinale o almeno a porsi delle domande. Né sul momento, né dopo, quando trascorso vario tempo gli effetti avversi si sono iniziati a manifestare con tutta la loro violenza su una bella fetta della popolazione. Come concludono i due giornalisti dando questa clamorosa esclusiva, “la preoccupazione di Speranza, a quanto pare di capire, non era dunque quella «ippocratica»: prima di tutto, non nuocere. Sia nel caso di Astrazeneca, sia in quello, forse più grave poiché fondato su una statistica, del 20% di eventi avversi gravi o fatali segnalati alle autorità, il ministro pensava soprattutto ad andare avanti con la campagna vaccinale. Senza curarsi di qualche incidente di percorso. Dopo tutto, se anche qualcuno viene danneggiato, poco importa”.
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