La combinazione “Uno-Due” nel pugilato è una sequenza di colpi efficace, consiste nel portare a segno due diretti, il secondo dei quali è solitamente sferrato con maggior potenza rispetto al primo.
Come sosteneva Scott Ritter su ‘Dialogue Works’, “Il sionismo politico deve essere sconfitto. Deve essere sconfitto politicamente e deve essere sconfitto militarmente”. Ed in effetti, l’operazione Al-Aqsa Flood del 7 ottobre è stata esattamente la sconfitta politica del progetto sionista, perché ha dimostrato – in modo inconfutabile – che lo stato ebraico non spezzerà mai la resistenza del popolo palestinese. La stessa reazione israeliana, il tentativo di genocidio messo in atto a Gaza, nella sua rabbiosa ferocia dimostra che la leadership ebraica ha colto il senso profondo di quell’attacco. E la sua è la risposta, certamente anche fanatica ma perfettamente inutile, di cancellare nel sangue quell’evento, il suo significato.
Ma, come diceva Ritter, è necessaria anche la sconfitta militare.
Benché dissimulata dietro il massacro di civili inermi, questa aleggia sul campo di battaglia. Attualmente si calcola che 473 carri armati Merkava siano stati distrutti (o resi inutilizzabili) dalla Resistenza a Gaza, e altri 27 siano stati distrutti da Hezbollah. Il numero totale di carri armati disabilitati ha raggiunto le 500 unità. 500 carri armati resi inutilizzabili, su una riserva operativa israeliana pari a circa 2.200 carri armati, è uno scenario di guerra pericolosissimo per Israele. Anche perché sinora ha dovuto fronteggiare formazioni di guerriglia urbana, e sul fronte libanese una limitata guerra a distanza.
Anche le perdite umane, soprattutto per un paese con una popolazione così limitata, sono considerevoli. L’IDF le ammette col contagocce, ma altre fonti israeliane si aspettano oltre 20.000 disabili permanenti entro l’anno; non ci vuole molto a capire quanti potranno essere i caduti, a bilancio finale.
Tenendo sempre presente che Israele ha bisogno assoluto di un rifornimento continuo da parte statunitense. I depositi di munizioni USA in territorio israeliano erano stati svuotati per sostenere l’Ucraina, ed ora è necessario un continuo ponte aereo per portare bombe e munizioni a Tel Aviv. Col duplice fronte da alimentare, e la scarsa capacità europea di sopperire sul fronte ucraino, più va avanti il conflitto più sarà complicato alimentarlo.
Sostanzialmente, Israele si sta avvicinando ad un punto critico, oltre il quale il logoramento (non solo militare, ma anche politico, interno ed internazionale) raggiungerà una soglia estremamente pericolosa. La trappola in cui si trova lo stato ebraico è che se si ferma amplifica la sconfitta politica, se va avanti rischia una disastrosa sconfitta militare. Un animale ferito, infatti, suscita la bramosia dei vicini, che potrebbero essere tentati dall’opportunità di attaccarlo nel momento di massima debolezza