Leggiamo commenti di indignazione e rassegnazione per il “tradimento di Orbán”, che ha aperto la strada stamani all’approvazione all’unanimità del pacchetto di aiuti da 50 miliardi all’Ucraina da parte dei 27 paesi dell’UE.

Chiariamo un punto: Orbán non è migliore né peggiore di tanti altri premier. È solo uno che fa gli interessi del proprio paese. E il suo paese, in questo momento, ha bisogno dei fondi dell’UE per tenere in piedi un’economia che cresce, ma ha anche criticità non trascurabili, e per sostenere una valuta che è oggettivamente vulnerabile ad attacchi speculativi del mercato.

Detto in altre parole: fintanto che un governo è ricattabile, è fatale che prima o poi quel governo cederà al ricatto. Sfortunatamente, il mondo funziona così.

L’altra sera, durante la trasmissione in diretta con Alexander Ehrlich, abbiamo provato a spiegare questo concetto.

Il sistema economico nel quale viviamo sta mostrando sempre più le sue crepe. Ogni giorno che passa è attaccato da sinistra, da destra, dal centro, dagli agricoltori. La quantità di individui che questo sistema esclude dal mondo del lavoro, dall’assistenza sanitaria, dalla prospettiva di una vita dignitosa, dal benessere non smette di aumentare. Il tutto mentre si continuano a imbarcare ogni giorno migliaia di disperati da altri continenti. Poveri allogeni che vanno ad aggiungersi a poveri autoctoni.

Consenso dei governi dei principali paesi occidentali ai minimi. Astensionismo dilagante. Tutti segnali inequivocabili di un sistema che si sta avviando verso la propria fine, ma che ancora non è arrivato alla fine. No, alla fine ci arriverà solamente quando imploderà il sistema finanziario sul quale si fonda.

Fintanto che, anche con l’acqua alla gola, riuscirà a distribuire denaro e a tenere buoni governi ribelli e settori della società essenziali, rimarrà in piedi.

Mutatis mutandis, è lo stesso principio per cui determinati circoli e associazioni culturali che vorrebbero promuovere dibattiti o proiettare film sulla guerra in Ucraina non allineati al pensiero unico finiscono per cedere alla pressione delle amministrazioni comunali e cancellano gli eventi.

Senza i fondi delle amministrazioni, quei circoli chiuderebbero. Di fronte al ricatto dei soldi, tutti prima o poi cedono: governi, settori dell’economia, gruppi sociali, associazioni, semplici cittadini. Pochissimi resistono. E quei pochi eroi, per quanto encomiabili, non bastano da soli a cambiare la realtà.

I cambiamenti storici non avvengono in un fine settimana e i sistemi non implodono mai da un giorno all’altro.

Chi sogna la rivoluzione sociale senza impegnarsi sul territorio, sperando che nel frattempo la rivoluzione la faccia qualcun altro al posto suo, è, nel migliore dei casi, un osservatore degli eventi. Ed è il meglio si possa dire.

Fonte

Di the milaner

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