Sul sito dell’Associazione ContiamoCI! è possibile firmare l’appello predisposto dalla Consulta Psicologi dell’associazione, insieme ad altre realtà associative e non, facenti tutte parte del gruppo “Il NO che UNISCE”, in contrapposizione al progetto che potrebbe portare Pfizer all’interno delle scuole.

(https://www.contiamoci.net/post/pfizer-nelle-scuole?postId=6fdbde0b-1b0e-4859-8686-87960ffbede3&utm_campaign=515dfe94-7781-4dcc-be6b-cace8c916fec&utm_source=so&utm_medium=mail&utm_content=2b29e87e-034b-4b27-9958-775d794a47c1&cid=20f89c74-e488-4a26-8cde-38fb3587a566)

“Abbiamo appreso dalle testate giornalistiche e da un intervento al Festival digitale popolare del 7 Ottobre 2023 a Torino” – si legge nel testo dell’appello – “che Pfizer Italia, in collaborazione con la Fondazione Golinelli e la Fondazione Media Literacy, porteranno un progetto nelle scuole contro la disinformazione e “per una migliore alfabetizzazione medico-scientifica di studenti e professori”. Dall’intervento sul progetto presentato al Festival digitale popolare, nel quale è stato negato il contraddittorio richiesto più volte da persone tra il pubblico, abbiamo appreso che Pfizer vorrebbe “istruire” gli studenti su come discernere le informazioni corrette dalle fake news, affidandosi anche ai fact checker. Pfizer ha parlato di come, durante la pandemia, i social siano diventati un veicolo di fake news e dell’importanza di controllarli al fine di far circolare la corretta informazione”.

“La notizia” – prosegue il testo – “rispetto alla quale non è stato fatto alcun comunicato ufficiale né da parte della casa farmaceutica né dalle fondazioni che vi collaborano, ci appare a dir poco paradossale. E ancora: Il caso odierno spinge nuovamente più avanti la linea di confine: ci chiediamo sulla base di quale criterio pedagogico ed etico una multinazionale americana, la Pfizer, peraltro in evidente conflitto di interessi, visto l’innegabile ritorno economico e d’immagine, dovrebbe occuparsi dell’alfabetizzazione scientifica di docenti e studenti italiani, per lo più minorenni, arrogandosi l’autorità di stabilire e insegnare che cosa sarebbe una fake news e che cosa invece “buona” scienza. Più che di divulgazione scientifica, questa ci appare una palese operazione di marketing e una forma di pressione inaccettabile da parte di un’azienda privata, che arriva addirittura a giustificare la censura”.

👉🏻 CLICCA QUI PER SOTTOSCRIVERE L’APPELLO

Di the milaner

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