Esemplificazione dei cambiamenti della percezione visiva e cognitiva, studiati su malati di Alzheimer a diversi stadi della malattia (dallo stadio iniziale a 24 mesi dopo l’insorgere della patologia).
La documentazione scientifica inerente la malattia di Alzheimer rileva che, a livello mondiale, questa patologia, insieme con gli altri tipi di demenza, affligge circa 18 milioni di cittadini e rappresenta il 60% sul totale delle demenze. Il fenomeno assume grande rilevanza anche a livello europeo; vengono rilevati circa 3 milioni di casi annui in Europa. In Italia, ne soffrono 600.000 persone (pari al 6 – 7% della popolazione sopra i 65 anni) e si contano circa 80.000 nuovi casi l’anno.
Tali rilevanze demografiche hanno portato all’aumento della spesa pubblica come risposta alla crescente richiesta di servizi adeguati. Il fatto che, ad oggi, non esistano terapie farmacologiche efficaci per la guarigione, ha spostato l’interesse ad un approccio di tipo riabilitativo che trova nel microambiente in cui il malato vive, un alleato strategico. Un ambiente idoneo, infatti, diventa promotore delle facoltà residue della persona, sia sul piano cognitivo, funzionale, comportamentale che affettivo.
All’ambiente domestico e all’importanza che esso assume per mantenere la persona con Alzheimer nella propria casa il più a lungo possibile è dedicato invece l’opuscolo Visioni sfumate. Nella sua facilitata comunicatività è un efficace strumento di ausilio per i familiari dei malati, sui quali grava l’onere e la responsabilità di una faticosa assistenza.
L’illlustazione di questa pagina è tratta da “Gentlecare – changing the experience of Alzheimer’s Disease in a positive way” di Moyra Jones – Hartley & Marks Publishers, Vancouver, 1999