Che il ripristino dei vitalizi fosse una vergogna lo avevamo scritto tutti, ora ci hanno posto rimedio: Via libera dell’Aula della Camera all’ordine del giorno di Fratelli d’Italia al bilancio della Camera per mantenere il taglio dei vitalizi a Montecitorio dopo la delibera in materia del Senato del mese scorso. Il testo è passato con 240 voti a favore, 5 contrari e 25 astenuti.
L’ordine del giorno a prima firma Foti (FdI) presentato al bilancio della Camera impegna il collegio dei questori a “mantenere per tutti i beneficiari, deputati ed ex deputati, la vigente normativa di calcolo su base contributiva” per il calcolo “delle indennità di fine mandato spettanti”. Nelle premesse si fa esplicito riferimento, per contrapposizione, al fatto che “nelle scorse settimane, il Consiglio di Garanzia di secondo grado del Senato della Repubblica ha deliberato la cancellazione del taglio dell’indennità di fine mandato spettante agli ex Senatori maturati prima dell’anno 2012″.
Un voto arrivato dopo una accesa discussione soprattutto tra i gruppi di FdI e del M5s, che aveva presentato un altro Odg dal contenuto analogo. “Si fa chiarezza dopo le consapevoli menzogne di Conte e del M5s -ha esordito Giovanni Donzelli, FdI-. Non è il governo a ripristinare i vitalizi, Conte è professore di diritto e dovrebbe saperlo, c’è stato il voto contrario di FdI e il sì di Grassi, del M5s. Oggi arriva la verità”. Grassi è ex senatore del Movimento 5 stelle, poi passato con la Lega. Immediata la replica di Francesco Silvestri, del M5s: “Donzelli attacca il Movimento su un ordine del giorno che chiede il mantenimento una cosa che ha fatto il M5s, paradossale. L’atto di Foti richiama la delibera Fico…”. Lo stesso Foti ha poi controreplicato: “Il primo intervento sui vitalizi è stato fatto in una legislatura in cui i presidenti di Camera e Senato erano del centrodestra. Questo è un Odg che promana da una storia, è chiaro. Conte gioca”. La questione vitalizi, però, ha fatto discutere tutti i gruppi parlamentari. “Io non voterò a favore di questo ordine del giorno -ha detto in aula Piero Fassino, del Pd-. Con rispetto, facendo politica da molti anni penso che la demagogia sia il pericolo più grande per la credibilità del rapporto con i cittadini. Questo Odg, come quello precedente cui ho votato contro, corrisponde a un impianto demagogico e populista che alimenta la campagna contro il Parlamento e la politica da cui non verrà nulla di buono”.
Anche dentro Forza Italia c’è stato chi, come Roberto Bagnasco, ha voluto chiarire la sua posizione: “Fassino ha avuto il coraggio di dire le cose come sono. Cose che ci diciamo in privato, agli amici, ma poi arriviamo in Aula e cambiamo totalmente atteggiamento. Basta con la demagogia e un populismo squallido. E guardo tutti, serve il coraggio delle nostre azioni altrimenti facciamo danno al Paese. E questa è la posizione di molti amici di FI”. Alessandro Colucci, di Noi moderati, ha invece parlato del “male originario della delibera 14 del 2018: non si è eliminato nessun vitalizio, che sono stati eliminati nel 2012 dal centrodestra”.