Non comprendo l’apprezzamento che la maggior parte dei politici ha manifestato per l’Omelia di Mons. Delpini durante i funerali di Silvio Berlusconi .
L’ho ascoltato attentamente e non ho trovato nei toni e nei contenuti nulla che potesse elogiare l’uomo Berlusconi. Come me la pensa Capezzone e io condivido la sua opinione in pieno e la riporto.
“L’omelia pronunciata da monsignor Delpini è stata costruita in modo furbo, perché suscettibile di interpretazioni opposte.
Un orecchio benevolo vi coglierà la naturale tensione di ogni essere umano alla gioia, al desiderio, alla dimensione terrena (su questo registro si muovono i primi due paragrafi). E, al momento della morte, c’è una doverosa e rispettosa sospensione di ogni giudizio, che spetta solo a Dio.
Ma un orecchio malevolo vi coglierà tutt’altro: la descrizione di esseri umani immersi nei vizi mondani, nell’apparenza, nella superficialità. Rispetto ai quali i paragrafi conclusivi dell’omelia restano freddi, duri, senza il calore di una carezza (che non si avvertiva nemmeno nel tono con cui l’omelia è stata pronunciata).
E in ogni caso com’è l’uomo d’affari secondo Delpini? “Guarda ai numeri e non ai criteri”. E così abbiamo liquidato il rapporto tra capitalismo e etica cristiana.”
Francamente a me è parso che anche PierSilvio abbia scossò più volte la testa durante la lettura dell’Omelia. Il Vescovo avrebbe potuto essere meno politico e più umano, sarebbe bastato.
Manuela Valletti