Riceviamo e pubblichiamo
DANIELE ARCIERO ricoverato allo Spallanzani di Roma scrive:
HO LA LEUCEMIA…per la precisione, sono affetto da Leucemia Acuta Promielocitica (insomma, na bella rottura). Sono ricoverato da 42 giorni nel reparto di Ematologia dell’ospedale “Spaziani” di Frosinone per il terzo e penultimo ciclo di chemioterapia. I primi due cicli sono durati 42 e 32 giorni, questo vuol dire che ho già passato 116 giorni e notti in una stanza isolato senza poter uscire e mi aspetta un ultimo ciclo di almeno un mese (insomma, sto messo bene!). Quella che vedete qui sotto è una foto del cibo con cui l’ospedale “Spaziani” di Frosinone (lo ricordo perché non si sa mai) gentilmente, dá da mangiare ai malati che sono ricoverati nella sua struttura. I malati leucemici, soprattutto quando sono in terapia, devono stare molto attenti a ció che mangiano e si presume che le strutture ospedaliere somministrino pasti sani e controllati ai loro pazienti, che ovviamente, non possono mangiare cibi che provengono dall’esterno. Pertanto io ho mangiato questo cibo per 116 giorni e, visto che sono ancora qui e che dovrò tornare per l’ultimo ciclo, dovrò mangiarne ancora.
Beh, questo “cibo” PUZZA!
Quando lo portano in stanza e sollevo il coperchio dei piatti vengo raggiunto dal tanfo di qualcosa di simile a cibo per cani, nonostante sia convinto che neanche i cani mangerebbero sporcizia del genere. Un paio di giorni fa, nonostante la puzza, ho tirato fuori tutto il coraggio che avevo (ed anche tutta la fame, visto che sono dimagrito 5 chili) ed ho addentato quello che sul foglietto del menù viene definito “hamburger di carne”. ET VOILÁ un bel paio di pezzetti di ossa di sconosciuta provenienza si infilano sotto i miei denti, cercando di scalfirli.
Non volevo crederci, ho pensato “È impossibile, sono allo “Spaziani” di Frosinone, quello che è stato inserito tra i primi cinque piú prestigiosi ospedali del Lazio, i dirigenti di questo onorato ospedale, non potrebbero mai permettere una cosa del genere”! Ma mi sbagliavo, erano proprio ossa, di quelle che si vedono nei documentari su come si prepara la carne per le catene di fast food, utilizzando scarti e porcherie varie. Ero sconvolto e subito dopo incazzato come una iena, ho provato un senso di assoluto disprezzo nei confronti di chi ha firmato contratti con aziende che mettono nei piatti dei malati una simile e pericolosa immondizia. Questa IMMONDIZIA non viene cucinata qui nelle cucine dello “Spaziani”, ma un paio di volte alla settimana, arriva a Frosinone un bel camion pieno di buste di immondizia precotta, liofilizzata e Dio solo sa cos’altro. Ogni giorno poi, i dipendenti della ditta esterna alla struttura sanitaria “Spaziani”, dipendenti che non hanno alcuna colpa e che anzi ringrazio per la loro gentilezza e professionalità, preparano i piatti riempiendoli di immondizia e li portano nei diversi reparti dove malati di leucemia come me, aspettano affamati un pasto decente, che puntualmente, non arriva!
Ora, dopo aver raccontato la mia storia la mia richiesta è:
“Pretendo che chiunque sia il responsabile della firma del contratto con la ditta che somministra i pasti di questo ospedale, mangi, di fronte a me, che lo riprendo con il telefono, un intero pasto del cibo che ci viene portato ogni giorno!
Sono certo che gli onorati dirigenti del magnifico “Spaziani” di Frosinone non tarderanno a farsi sentire, desiderosi di provare queste leccornie!
So che per molti è normale che negli ospedali si mangi male e so anche che molti PENSANO che i malati debbano stare buoni e pensare solo a curarsi, perché poi, una volta usciti, potranno mangiare ció che vogliono e come vogliono. Ma per chi é qui dentro, il momento del pasto è un momento in cui si assapora la vita normale e si finge di essere normali, almeno per un po´, nonostante si stia rinchiusi in una camera da giorni.
Privare una persona di un momento del genere, è raccapricciante!
Per favore, CONDIVIDETE QUESTO POST, non è giusto che continuino ad accadere cose del genere che dimostrano disprezzo verso essere umani malati e sofferenti!
Grazie a tutti
Daniele