Nata e vissuta a Milano fino al 2018, non posso non amare la città che fu della mia giovinezza, dei miei bimbi piccoli e dei miei genitori anziani.
Il mio primo lavoro presso un consulente bancario era in Via Agnello, angolo corso Vittorio Emanuele. Mi piaceva molto lavorare li, allora per andare in centro città si mettevano gli abiti migliori e perfino i guanti, li avevo bianchi di pizzo.
In Galleria non c’era una carta per terra e quasi sempre due carabinieri in alta uniforme pattugliavano il luogo, qualche volta io e la mia amica abbiamo tentato di dividerli per passare in mezzo…. Si diceva che portasse bene.
Conoscevo tutti i negozi del Corso, luoghi raffinati dove si respirava un’aria di “buono”.
Solo quattro anni fa, io e mia figlia uscendo da La Scala ci siamo avventurate in Galleria e abbiamo avuto paura. Ciò che avevamo intorno non era per nulla rassicurante. Ci siamo accodati ad altri spettatori della Scala in attesa di un taxi. Bande di ragazzini seminavano il panico, ed eravamo in pieno centro.
Certo la società è cambiata, ora Milano ha i grattacieli, anche belli se vogliamo vedere, ma inseriti come un pugno in un occhio in un quartiere di case Liberty meravigliose.
La città deve crescere, non c’è dubbio, ma senza disordine architettonico e senza forzature che vadano a discapito di una armonia tra quartieri .
Ma forse è solo una questione d’amore per Milano, se non c’è, se prevalgono gli interessi economici, allora lasciamo perdere.
Manuela Valletti