Lo scorso novembre a Glasgow, i leader mondiali del clima furono protagonisti di un acceso dibattito se la bozza finale dell’accordo del vertice dovesse includere una promessa di “eliminazione graduale” o “riduzione graduale” del carbone.
La verità è che da allora c’è stato piuttosto un “aumento graduale”.
La produzione globale di energia da carbone potrebbe stabilire un record per il secondo anno consecutivo e il carbone rimane la più grande fonte mondiale di elettricità. I consumi sono aumentati in Europa per sostituire le carenze di energia idroelettrica, nucleare e di gas russo, mentre il principale produttore cinese sta estraendo volumi record dalle miniere per isolarsi dai volatili mercati energetici globali. I prezzi del carbone esportato sono saliti alle stelle e i contratti futures suggeriscono che rimarranno ai massimi storici per gli anni a venire.
L’anno scorso doveva essere l’inizio della fine per il carburante sporco. Il consumo è diminuito sia nel 2019 che nel 2020. Alok Sharma, presidente della conferenza sul clima COP26 guidata dalle Nazioni Unite, ha trascorso l’anno esortando i leader mondiali a “consegnare il carbone alla storia” quando si sono incontrati a Glasgow a novembre.
Invece, un forte rimbalzo industriale dalla pandemia ha portato il consumo di carbone a un record. Le interruzioni di corrente diffuse nei principali utilizzatori di carbone del mondo, Cina e India, hanno costretto i leader a garantire che le forniture del carburante fossero disponibili per mantenere le loro economie in fermento.
Le cose non sono migliorate molto quest’anno. La produzione di energia da carbone è aumentata di circa l’1% rispetto all’anno precedente fino ad agosto, secondo i dati di Ember. In Europa, è stato necessario sostituire il gas russo per aiutare a superare la minore produzione di energia nucleare e idroelettrica. In Cina, una storica siccità nei mesi di luglio e agosto ha indebolito i serbatoi delle sue enormi dighe, richiedendo un aumento del consumo di carbone per riempire il vuoto. Negli Stati Uniti, lo smantellamento delle centrali a carbone viene ritardato e la produzione del combustibile aumenterà del 3,5% quest’anno poiché i minatori cercano di soddisfare la crescente domanda da tutto il mondo e di trarre vantaggio dai prezzi record. (Fonte: Bloomberg)