di Laura Cuppini

La conferma da uno studio svedese: particolari linfociti T chiamati «helper» sono rilevabili nel sangue per almeno 20 mesi dopo la guarigione

Quanto dura l’immunità dopo l’infezione da Sars-CoV-2? 

Diversi studi hanno cercato di rispondere a questa domanda e ora una buona notizia arriva da un lavoro svedese pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Secondo un team di studiosi dell’Università di Göteborg, guidati da Anna Martner, alcuni particolati linfociti T altamente specializzati (chiamati «helper») risultano presenti nel sangue dei guariti anche a distanza di 20 mesi dall’infezione. Questi linfociti facilitano l’eliminazione delle cellule infettate dal virus.

I linfociti T «helper»

Gli studiosi, in collaborazione con colleghi dell’ospedale universitario Sahlgrenska, hanno analizzato 81 campioni di sangue di personale sanitario che ha contratto Covid nel 2020, primo anno della pandemia.

Dopo la malattia, diversi tipi di linfociti T specifici contro Sars-CoV-2 sono stati rilevati nel sangue dei partecipanti, seguiti con un follow up prolungato.

La maggior parte delle cellule T sono sparite dal sangue dei guariti dopo 10-12 settimane. Con l’eccezione appunto deilinfociti T «helper» (Th1), presenti nei campioni anche a 20 mesi di distanza, quasi due anni, senza peraltro che risultassero diminuiti o indeboliti.

Secondo gli autori questa scoperta potrebbe spiegare perché nelle reinfezioni il rischio di malattia grave e mortalità sia ridotto rispetto al primo contagio.

Un aspetto vitale dell’immunità

Concretamente, i ricercatori hanno misurato la reattività delle cellule T a una parte di Sars-CoV-2 (il cosiddetto nucleocapside del virus), per osservare le risposte che si scatenano dopo un’infezione naturale. Come detto, un sottogruppo di cellule T super specializzate (Th1), che promuovono la distruzione delle cellule infettate dal virus, si è mostrato attivo per almeno 20 mesi dopo la guarigione. Altri tipi di linfociti T, attivi contro Sars-CoV-2, sono scomparsi dal sangue circa 2 mesi dopo la fine della malattia. «Mentre alcune sottopopolazioni di cellule T scompaiono entro poche settimane, le cellule T altamente specializzate rimangono stabilmente presenti nel sangue, suggerendo che un aspetto vitale dell’immunità protettiva è funzionale anche anni dopo Covid» ha spiegato Anna Martner, professore associato di Immunologia all’Accademia Sahlgrenska.

Le cellule di memoria

Uno studio inglese, del King’s College di Londra, ha invece esaminato la durata delle risposte delle cellule B di memoria (memory B cells, Mbc) a Sars-CoV-2, dopo l’infezione naturale o la vaccinazione. La funzione principale di queste cellule (dette anche linfociti B) è produrre anticorpi diretti contro antigeni specifici. Gli autori inglesi hanno analizzato i campioni di sangue di 52 donatori guariti da Covid con gravità variabile della malattia, da asintomatica a grave. Nel lavoro, pubblicato sulla rivista Viral Immunology, i guariti hanno mostrato forti risposte associate alle cellule B, che si sono mantenute attive fino a 6 mesi dopo la guarigione, rispetto agli anticorpi IgG, che sono invece diminuiti nel tempo. Un’indagine simile, condotta su 14 donatori dopo la vaccinazione, ha mostrato robuste risposte anticorpali contro la proteina Spike del coronavirus, calate poi nel giro di alcune settimane. Anche in questo caso l’attività delle cellule B contro la proteina Spike ha mostrato un minore declino e la risposta protettiva si è mantenuta per almeno 6 mesi dopo la vaccinazione.

Fontehttp://www.corriere.it

Di the milaner

foglio informativo indipendente del giornale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.