Il cosiddetto ddl concorrenza sulla Bolkenstein ha spostato tutto al 2023. Non ci saranno gare per ridistribuire le concessioni balneari e i partiti, vistisi messi alle corde da Draghi, hanno buttato la palla in tribuna guadagnando un anno di tempo.
Tutti sanno che nel 2023 non esisterà più il governo Draghi e i partiti, o meglio i loro probabili successori, avranno tutto il tempo di ritirare il ddl e lasciare intatte le concessioni senza procedere all’esproprio delle spiagge italiane da tempo nel mirino di corporation straniere, soprattutto franco-tedesche e cinesi.
Draghi non poteva forzare la mano chiedendo di aprire subito le gare per le spiagge, ma il suo piano di fuga da palazzo Chigi resta invariato. Sarà lui stesso ad alzare nuovamente la posta mettendo i partiti alle strette e forzandoli allo strappo.
L’uomo del Britannia si metterà presto al lavoro per fabbricare un nuovo casus belli e abbandonare questa decadente classe politica al suo destino.
Cesare Sacchetti