A cura di Monica Almici

Veronese N, Demurtas J, Smith L, Michel JP, Barbagallo M, Bolzetta F, Noale M, Maggi S.
Influenza vaccination reduces dementia risk: A systematic review and meta-analysis.
Ageing Res Rev. 2022 Jan;73:101534. doi: 10.1016/j.arr.2021.101534.

C’è una correlazione tra la vaccinazione antinfluenzale ed il rischio di demenza? E se sì, in quale direzione?

Studi su modelli animali hanno evidenziato come l’incremento dell’attività della microglia stimolato dalla vaccinazione porta nei topi all’eliminazione degli accumuli di beta-amiloide e ad una riduzione della neuroinfiammazione, tali da determinare una minore incidenza della demenza. La vaccinazione antinfluenzale potrebbe quindi prevenire o ritardare l’insorgenza della demenza nei topi. E negli esseri umani? Vediamo cosa dicono gli studi osservazionali pubblicati sino a settembre 2021 su PubMed/Medline e Scopus sul legame tra rischio di demenza e influenza vaccinale nell’uomo. 

Dei 237 articoli inizialmente identificati, solo 5 sono risultati adatti allo studio di comparazione dell’incidenza cumulativa della demenza tra i soggetti vaccinati contro l’influenza rispetto ai non vaccinati, considerando un rischio relativo con intervallo di confidenza del 95% e applicando un modello ad effetto casuale, tenendo conto infine anche di possibili fattori confondenti tramite analisi multivariabili. Questi 5 studi hanno preso in considerazione quasi 300.000 anziani con un’età media di 75,5±7,4 anni, seguiti per un tempo medio di 9 anni e residenti tra l’America settentrionale e l’Asia. Essi mostrano come anche per gli umani valga la stessa correlazione osservata nei modelli animali: le persone anziane che si sottopongono alla vaccinazione antinfluenzale hanno un rischio di sviluppare la demenza significativamente inferiore rispetto ai loro pari non vaccinati.  Anche quando gli autori hanno eliminato dalla correlazione il peso di possibili fattori confondenti, la vaccinazione si è dimostrata in grado di ridurre il rischio di sviluppare la demenza del 29%. Tuttavia, ulteriori studi saranno necessari per far luce su quale meccanismo sia alla base di tale correlazione e per generalizzare i risultati alle zone geografiche non coperte dagli studi presi in considerazione in questo lavoro, come ad esempio l’Europa.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34861456/

Di the milaner

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