Per un giorno non ci occuperemo di guerre e virus, oggi parliamo di Mima. Vi chiederete chi sia Mima e allora eccomi qua per raccontarvi tutto di lei.
Ho conosciuto Mima la scorsa estate, ero andata a trovare la sua mamma e lei, sorniona, mi guardava dal divano come a chiedersi che cosa volessi da lei. Era una gatta bellissima color marron bruciato, i suoi occhioni mi scrutavano curiosi e il muso era nascosto tra le copertine. La sua mamma mi disse che la micia era malata, aveva sulla pancia delle ferite che non si rimarginavano, tutto era dovuto ad un brutto tumore che non dava segni di remissione. Per questo motivo Mima indossava una tutina azzurra che, fra l’altro le donava molto.
La micia aveva 13 anni, sembrava in forma, nonostante il dolore delle ferite aperte, usciva in giardino e si arrampicava sugli alberi quasi a voler dimostrare che conduceva ancora una “vita da gatta”, una gatta verace intenta sempre a cacciare, a “fare la pasta” e ad accoccolarsi in braccio ai suoi cari.
Ebbene qualche giorno fa, Mima ha avuto un riacutizzarsi del suo male e la sua mamma ha deciso di chiedere al veterinario di famiglia di farla addormentare. Una decisione difficile, rimandata tante volte negli ultimi tre anni, ma ora inevitabile per risparmiare altro dolore alla piccola, altre inutili sofferenza.
La bellissima “Leggenda del Ponte Arcobaleno” scritta dagli Indiani d’America si apre con un una frase che racchiude il senso della scelta della mamma di Mima :“Ti ho mandato un giorno in un luogo dove non esiste il dolore, non perchè non ti amassi, ma perchè ti amavo troppo per costringerti a restare”.
Certo davanti a decisioni del genere ci si sente terribilmente soli con il proprio dolore, ci si chiede con angoscia: ora che cosa accadrà? dove finirà la mia piccola? potrò accompagnarla fino alla sua ultima dimora? Potrò tenerla con me?
Questi interrogativi tanto angosciosi se li è posti anche la famiglia di Mima, ma la mamma non si è persa d’animo, ha cercato in rete le soluzioni più idonee per salutare nel migliore dei modi la sua cara gattina, così si è imbattuta casualmente nel Signor Giorgio della ditta Proxima S.r.l,s.
Due ore dopo il decesso di Mima, è arrivato il Signor Giorgio. Persona di grande umanità, che ha trovato subito le parole giuste per confortare i presenti, era come se lo avessero conosciuto da sempre, come fosse uno di famiglia. Ha sbrigato i documenti necessari per il trasporto senza disturbare, con lui hanno parlato di Mima e lui ha raccontato loro del suo micio che era mancato a Natale, ma soprattutto, ha dato loro il tempo necessario per salutare Mima: ha adagiato la gatta nel contenitore, e tutti insieme l’hanno accompagnata alla sua vettura. Ha spiegato molto bene che cosa sarebbe accaduto a Mina una volta giunta alla casa funeraria, dove sarebbe stata deposta in attesa della cremazione a cui la famiglia, volendo, avrebbe potuto assistere.
Il giorno seguente, la mamma di Mima, che aveva deciso di assistere alla cremazione, ha trovato la sua gattina adagiata su un bel cuscino di raso, quando è stata psicologicamente pronta, ha preso Mima e si è avviata verso il Viale dell’Arcobaleno per raggiungere il crematorio, al termine dell’operazione ha ritirato le ceneri ed tornata a casa con l’urna della sua gattina.
La storia di Mima e della sua mamma vuole aiutare tanti altri padroni di animali domestici a separarsi dai propri animali in modo meno traumatico, molte persone non sanno dell’esistenza di questi servizi e vi assicuro che poterne usufruire a costi abbordabili, è un grande conforto.
Saluto anch’io la piccola Mima, andrò ancora a trovare la sua mamma saprò che lei è nella stanza accanto, sorniona come sempre.
Manuela Valletti
Mi permetto di indicarvi il libro che ho scritto quando è morta la mia prima Schnauzer Gigante Rhoda, si tratta della vera LEGGENDA DEL PONTE ARCOBALENO, quella scritta degli indiani d’America. Il libro è finemente illustrato e contiene pagine bianche che potranno ospitare le foto dei vostri animali defunti.