Con la candidatura del canto lirico italiano, l’Italia punta al riconoscimento di una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali
Sì alla candidatura dell’arte italiana dell’Opera lirica come patrimonio immateriale dell’umanità, no a quella del caffè italiano espresso: è la decisione presa dalla commissione nazionale dell’Unesco nella riunione telematica presieduta da Franco Bernabè.
Sarà quindi il canto lirico italiano ad approdare al Comitato intergovernativo Unesco per il ciclo 2023 che dovrà decidere i nuovi inserimenti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale, come ha reso noto sul suo sito l’agenzia specializzata dell’Onu. Nel comunicato si sottolinea che la candidatura del caffè espresso “tra cultura, rituali, socialità e letteratura nelle comunità emblematiche da Venezia a Napoli” ha riscosso grande apprezzamento.
Il patrimonio culturale immateriale è l’insieme di tradizioni orali, espressioni, performing art, pratiche sociali, rituali, festività, conoscenze e pratiche che riguardano il rapporto tra uomo-natura e uomo-universo. L’Italia sarà presente nel ciclo 2023 anche con una candidatura transnazionale sui sistemi tradizionali di irrigazione di cui è capofila l’Austria con la partecipazione anche di Belgio, Germania, Lussemburgo, Olanda e Svizzera.
“Con la candidatura del canto lirico italiano, l’Italia punta al riconoscimento di una delle sue espressioni culturali più autentiche e originali”, ha commentato il ministro della Cultura, Dario Franceschini.
“Questa candidatura”, ha osservato, “giunge nel momento in cui sono ancora nitide nei nostri occhi le immagini del coro dell’Opera di Odessa che intona il ‘Va, pensierò del Nabucco di Giuseppe Verdi in strada, sotto la bandiera ucraina. Una riprova di quanto l’espressione del canto lirico italiano sia autenticamente parte integrante del patrimonio culturale dell’umanità, che ad esso si rivolge nei momenti più bui per ritrovare luce, forza e bellezza”.
La candidatura è il frutto di un lungo lavoro intrapreso dal Servizio II – Ufficio UNESCO del Segretariato Generale del Ministero della Cultura, in collaborazione con la Direzione Generale per lo Spettacolo. La candidatura riconosce le istanze del “Comitato per la salvaguardia dell’Arte del Canto Lirico Italiano” cui hanno aderito, tra l’altro, la Fondazione Teatro Alla Scala di Milano, l’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, l’Associazione dei Teatri Italiani di Tradizione e Assolirica.
“La notizia, nel mio immaginario, si accompagna ad un boato di applausi nell’Arena di Verona illuminata”, ha commentato il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, “quale maggior simbolo e riferimento dell’imponente anfiteatro della città scaligera, infatti, possiamo trovare per identificare nel mondo l’arte del canto lirico italiano? Anche per questo trovo che la candidatura di quest’ultimo a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità sia veramente importante non solo per gli appassionati ma anche per tutto il Veneto”.