Fin dal principio della dittatura sanitaria ho sostenuto che le norme adottate in Italia sono incompatibili con il diritto dell’Unione Europea e quindi inapplicabili!
Finalmente, con un’importante sentenza il Tribunale di Padova, in una causa patrocinata dall’avv. prof. Augusto Sinagra, ha deciso di rimettere alla Corte di giustizia UE la questione interpretativa concernente la compatibilità dell’autorizzazione condizionata alla messa in commercio dei vaccini contro la malattia Covid-19 con i regolamenti europei in materia di farmaci.
Un nuovo farmaco può essere, infatti, autorizzato per la messa in commercio, anche prima della conclusione dei test clinici, solo quando non vi sia un altro trattamento approvato. Sappiamo invece che per la malattia Covid-19 esistono molte cure efficaci, ufficialmente approvate.
Inoltre, il tribunale di Padova ha chiesto alla Corte di giustizia UE di pronunciarsi sulla possibilità di imporre come obbligatorio un vaccino autorizzato solo provvisoriamente in attesa del completamento degli studi clinici sulla sua sicurezza ed efficacia.
Finalmente un tribunale italiano ha riconosciuto la necessità di valutare i provvedimenti illegali del governo italiano alla luce del diritto europeo che ha prevalenza sulle norme interne.
Questa è la dimostrazione che la strada tracciata dai miei ricorsi è quella giusta.
Sono stato tra i primi a sostenere la via europea, spesso criticato senza alcun fondamento. La giustizia è lenta ma arriva inesorabile.
Un plauso all’avv. prof. Augusto Sinagra che ha ottenuto l’importantissima pronuncia del tribunale di Padova. Anche nei procedimenti da me instaurati, individuali e collettivi, ho già chiesto fin dall’inizio il rinvio della stessa e di altre questioni interpretative alla Corte di giustizia UE.
Finora i giudici non avevano voluto rivolgersi alla Corte di giustizia UE e mi auguro che l’esempio del tribunale di Padova li spinga a farlo.
La fine della dittatura sanitaria si avvicina.
In molti ci stanno chiedendo se non è possibile rivolgersi direttamente alla Corte di giustizia UE. Ovviamente non si può. Come nel caso della sentenza del tribunale di Padova è necessario che sia un giudice a rimettere gli atti alla corte. Gli avvocati possono solo chiederlo ma non hanno accesso diretto alla Corte UE.
Ricordiamo anche che la Corte di giustizia UE è un giudice diverso dalla CEDU. Quest’ultima, la Corte di giustizia dei diritti dell’uomo, ha sede a Strasburgo, non è un organo dell’Unione Europea e decide delle violazioni dei diritti fondamentali stabiliti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
La Corte di giustizia UE ha sede a Lussemburgo, è il giudice supremo dell’Unione Europea e decide dell’interpretazione del diritto dell’Unione. In particolare ha competenza a pronunciarsi sulla questione se le norme europee vadano interpretate nel senso della loro incompatibilità con disposizioni nazionali che siano in contrasto con i principi superiori del diritto dell’Unione.
Ad esempio, come ho sempre sostenuto, qualsiasi trattamento sanitario obbligatorio, compreso il tampone, è incompatibile con l’art. 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che prevede la necessità del consenso libero e informato per qualsiasi trattamento sanitario.
Avv. Alessandro Fusillo