Dopo quasi 2 anni di “pandemia” balza all’occhio un altro rapporto di Amnesty International riguardante le R.S.A., dopo il primo rapporto datato 17 dicembre 2020 di cui si è occupato il giornale Valle Intelvi News, ne troviamo un altro datato ottobre 2021.
In questo report apprendiamo di un ulteriore realtà, probabilmente già a conoscenza da molto più tempo, riguardo queste strutture, in cui la retta media è pari a circa 2000 euro mensili e ove i cosiddetti “manager” percepiscono lauti compensi, il tutto a quale prezzo?
Il prezzo è la “pelle” di chi si prende cura degli ospiti delle stesse e degli stessi ospiti, poiché a certe condizioni il servizio può gentilmente declinare a favore del profitto (sbilanciate a favore del privato e nascoste dietro le sigle di Associazione, ONLUS, ecc.).
Sono gli stessi operatori a richiedere, nella tutela propria, una commissione parlamentare su queste strutture, nel rapporto, Amnesty International ha intervistato 34 professionisti sanitari e sociosanitari sia femminili sia maschili.
Inoltre Amnesty International ha richiesto un incontro con i 4 principali enti che rappresentano le strutture residenziali (UNEBA, ANASTE, AGESPI, ARIS) da cui però non vi è stata risposta.
Il rapporto si divide in 3 punti focali, riassunti come segue: 1) ritorsioni verso i lavoratori che denunciavano le irregolarità nella prima fase della “pandemia”, 2) le criticità riguardanti gli organici delle R.S.A. 3) ispezioni e controlli.
Il Covid 19 ha pressoché accentuato queste problematiche già note da tempo, consideriamo altresì che circa 1 quarto dei decessi per Covid riportati dall’Istituto Superiore di Sanità sono avvenuti presso le R.S.A., nel rapporto troviamo anche un travaso di operatori, soprattutto infermieri, da queste strutture verso il pubblico, visto anche gli stipendi più alti, le diverse condizioni di lavoro (turni…).
Dal rapporto si evince che tutti gli operatori lamentano le condizioni dei turni e da cui si constata un minutaggio per ospite pari a 5/7 minuti (minutaggio un po’ scarsino per certe evenienze).
Nel punto 3 troviamo che i controlli inoltre sono diminuiti da parte dell’Ispettorato del Lavoro, mentre i controlli delle ASL si sono meramente svolti in aspetti amministrativi e procedurali (ovvero su carta), pertanto a giudizio di scrive non sono servite a nulla, se non a certificare su un pezzo di carta le cose scritte e non a verificarne l’effettiva messa in pratica.
Oggi queste condizioni sono superate? Così non sembra, l’unica risposta rimane l’aumento delle rette, già alte di per sé e la carenza di personale con conseguente abbassamento della qualità del servizio.
Chissà quale futuro aspetta queste strutture…………….
George Huxley
FONTI:
- https://d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net/public/uploads/2020/12/Messi-a-tacere-e-inascoltati.pdf
- https://d21zrvtkxtd6ae.cloudfront.net/public/uploads/2020/12/report-rsa-anziani-.pdf
- https://www.amnesty.it/italia-lavoratori-e-lavoratrici-delle-rsa-messi-a-tacere-per-aver-criticato-la-risposta-alla-pandemia-da-covid-19/
- https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/rsa-covid-perche-case-riposo-sono-diventate-focolai-virus/c79559d4-1c5c-11eb-a718-cfe9e36fab58-va.shtml
- https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/21_ottobre_07/carenza-medici-infermieri-lombardia-sanita-privata-punta-cuba-fd35de7a-26dc-11ec-80e1-1715b255e4f7.shtml
- http://www.uilplombardia.it/comunicati/regione-lombardia-e-i-soldi-alle-rsa-e-le-firme-gli-anziani-le-famiglie/