I voti favorevoli sono stati 154 mentre 131 i contrari e due gli astenuti
Annunciamo con soddisfazione che la ‘tagliola’ si è abbattuta sul disegno di legge contro l’omotransfobia: 154 i voti a favore delle pregiudiziali poste da Fratelli d’Italia e Lega, 131 i contrari e due gli astenuti. Il disegno di legge torna così in Commissione Giustizia da dove, con ogni probabilità, non riemergerà più.
Una vittoria per le persone rispettose dei diritti di tutti e per la famiglia tradizionale che, ancora una volta dimostra di essere la cellula fondante della nostra società, questo non piacerà al deputato ZAN, ma piace molto a noi e ai nostri lettori.
A votare compattamente contro il disegno di legge è stato il centrodestra, una scelta che ha provocato le dimissioni dagli organi interni del partito di Elio Vito, storico ‘pasdaran’ berlusconiano, da mesi in rotta con il Forza Italia sui temi dei diritti.
Ma a far discutere è anche la strategia adotta dal Partito democratico. Il segretario Enrico Letta, due giorni fa, aveva dato incarico proprio a Zan di portare avanti le trattative con le altre forze politiche per valutare alcune modifiche.
L’apertura della linea di dialogo, nelle speranze del segretario dem, avrebbe dovuto scongiurare la tagliola che, però, è stata ugualmente posta al Senato e, per di più, con voto segreto.
A conferma dei malumori presenti nel gruppo in Senato c’è una dichiarazione attribuita alla senatrice Valeria Fedeli, poi smentita così: “In merito a quanto riportato da un’agenzia di stampa a seguito del voto sul Ddl Zan, smentisco del tutto di aver mai parlato di dimissioni per qualcuno. La mia richiesta è ben diversa: serve a mio avviso un chiarimento e un confronto franco su quanto accaduto”. Dunque, dimissioni no, ma un chiarimento politico.