Dopo il primo ministro giapponese Kishida e il presidente messicano Obrador, anche Putin fa sapere che non andrà al G20 del 30-31 ottobre a Roma. Inoltre, fonti diplomatiche italiane danno per “unlikely” la presenza di XI Jinping e di Bolsonaro (fonte Reuters). Insomma, il G20 draghesco, presentato dalla nostra propaganda come un successo internazionale, perde pezzi via via che si avvicina la data di inizio. Sicuramente pesa la nostra insignificanza, accresciuta dalla decisione di essere servi passivi della NATO e della Germania, ma forse non è peregrino pensare che alcuni leader mondiali non vogliano ritrovarsi al centro di una repressione del dissenso che già non ci ha fatto fare bella figura all’estero, per dirla educatamente