Oggi ricorre il 125°anniversario della nascita di Eugenio Montale e noi, nel ricordarlo, non vogliamo dimenticare di essere un grande popolo che ama la poesia, la musica, le arti.
Eugenio Montale — Fonte: Getty-Images
Il Novecento, il secolo che dà i natali a Montale, è un periodo molto turbolento: fra episodi tragici come quelli delle due guerre mondiali, le nuove scoperte della fisica e della tecnologia, gli uomini si trovano sconvolti ma anche carichi d’idee nuove. In questo contesto, Eugenio Montale è stato un poeta che ha saputo descrivere in pieno le inquietudini del momento.
Eugenio Montale nasce il 12 ottobre del 1896 a Genova da famiglia di commercianti. Interrompe studi commerciali per problemi di salute e studia canto (arriva a 30 anni senza un vero lavoro). Partecipa a prima guerra mondiale in Trentino. Le varie estati trascorse alle 5 Terre costituiscono lo sfondo di Ossi di seppia (1925).
Dopo la Prima Guerra Mondiale, Montale comincia ad avvicinarsi al mondo intellettuale ligure: conosce Camillo Sbarbaro e pubblica la sua prima raccolta poetica sotto il titolo Ossi di Seppia (siamo nel 1925), opera che avrà un grande successo, e firma poi il Manifesto degli intellettuali antifascisti dichiarandosi quindi contrario alla dittatura. In questi anni comincia a conoscere e apprezzare anche la scrittura di un altro importante autore italiano che non tutti tenevano in considerazione, cioè Italo Svevo che proprio Eugenio Montale aiutò a far conoscere agli intellettuali e agli editori del suo tempo.
Dal 1927 Montale si trasferisce a Firenze e qui passa degli anni molto impegnati e vivaci: collabora con importanti riviste del tempo e soprattutto dirige il Gabinetto Vieusseux, un’istituzione culturale fiorentina nata nel 1819, ancora oggi riconosciuta come un importante punto d’incontro culturale anche fra italiani e letterati stranieri. Tuttavia nel 1938 viene allontanato dall’incarico: il Fascismo domina in Italia e tutti coloro che non sono iscritti al partito vengono rimossi dalle cariche pubbliche.
Nonostante questo ritiro sono anni molto importanti per il poeta: nel 1939 pubblica una nuova raccolta, Le Occasioni, e conosce Drusilla Tanzi che sarà sua moglie e il grande amore di tutta la sua vita. Dopo la guerra torna a Firenze, dove s’iscrive al Partito D’Azione e partecipa alla vita politica che, però, presto lo delude spingendolo a un ulteriore ritiro.
Negli ultimi anni collabora con il Corriere della Sera e riceve il premio NobelUna nuova importante stagione per Montale comincia a partire dal 1948 quando, trasferitosi a Milano, inizia a collaborare con il Corriere della Sera. Per questo giornale scrive reportage di viaggio, critiche letterarie e ovviamente vati tipi di articoli molto importanti. Contemporaneamente pubblica altre poesie e la sua opera è tanto amata che nel 1975 gli viene assegnato il Premio Nobel per la Letteratura.
Muore il 12 settembre 1981 a Milano.
Eugenio Montale è insieme un poeta e un critico, è molto attento cioè a guardare, giudicare e interpretare le opere di autori affermati o giovani emergenti per capire il loro valore ed esaltarlo. Questo significa anche che il nostro autore è molto sensibile a quello che accade nel mondo culturale a lui contemporaneo e recepisce tutto ciò che si avvicina alle sue idee poetiche e che trova utile riutilizzare.
Vediamo ora, schematicamente, quali sono queste idee e cosa recepisce dalla cultura europea per inserirlo nelle sue poesie.
- La poesia e il linguaggio poetico sono ormai in decadenza, questo perché il linguaggio in generale non è più aulico e sublime come quello dei tempi passati e inoltre ci sono troppi poeti e troppi componimenti in circolazione. La poesia allora deve parlare proprio di questo: serve per dichiarare che la Poesia sta morendo.
- Per quanto riguarda il linguaggio, Eugenio Montalesviluppa quella che viene chiamata dagli studiosi “la poetica dell’oggetto”. Questo è un sistema di scrivere che il nostro poeta riprende dal poeta e scrittore inglese Thomas S. Eliot che aveva teorizzato la poetica del “correlativo oggettivo”. In cosa consiste tutto questo? Si tratta di avvicinare oggetti e figure che fra loro hanno delle analogie e che, letti uno accanto all’altro suscitano direttamente un’emozione senza bisogno di aggiungere altro. Usare uno stratagemma del genere fa in modo che il linguaggio poetico risulti molto diretto e schietto eppure tanto carico di significati. Una bella trovata insomma!
- Rassegnazione e negatività caratterizzano la poesia di Eugenio Montale: la vita appare priva di un senso profondo, c’è una grande disillusione verso la realtà.
- È distante dagli eccessi delle Avanguardie che in quel periodo sperimentavano una nuova poesia, a volte con immagini e linguaggi anche aggressivi ed esuberanti. Montale è molto più pacato ma non c’è meno forza nei suoi versi.
Chiariti i termini di base della poetica di Eugenio Montale vediamo da vicino le sue raccolte di poesie osservandole in ordine cronologico.
Curiosità
Nel 1975 Eugenio Montale ricevette il premio Nobel per la Letteratura. In questa occasione dichiarò: “Sono qui per aver scritto poesia, un prodotto assolutamente inutile, ma quasi mai nocivo!”
Una delle poesie nella raccolta OSSI DI SEPPIA
MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.