Il ruggito del Papa emerito. Rompe il silenzio Benedetto XVI. Dal ritiro del monastero Mater Ecclesiae dove abita da poco dopo la rinuncia, il 94enne Joseph Ratzinger risponde per iscritto alla rivista tedesca Herder Korrespondenz con riflessioni e critiche alla “sua” Chiesa tedesca. Per Benedetto la Chiesa di Germania deve parlare di più «con il cuore e lo spirito», deve «demondanizzarsi», perché «finché nei testi ufficiali della Chiesa parleranno le funzioni, ma non il cuore e lo Spirito, il mondo continuerà ad allontanarsi dalla fede».
Ratzinger non lo cita mai, ma è evidente che sullo sfondo brucia per un “romano” come lui il cammino sinodale che la Chiesa tedesca sta compiendo a fatica. Le diverse richieste di aperture, dalle benedizioni per le coppie omosessuali fino al sacerdozio femminile e all’abolizione del celibato sacerdotale, per molti a Roma — tutto lascia pensare anche per Francesco — vanno oltre gli aggiornamenti che aveva messo in campo il Concilio Vaticano II. Ed è con ogni probabilità anche per questa sintonia nel contenuto con il Papa regnante che l’emerito si permette oggi un’uscita che è destinata a fare rumore. Un’uscita che a un Papa come Francesco, fedele alla linea conciliare di Paolo VI, non può che fare piacere.
Ma non solo. Sullo sfondo c’è anche la crisi dell’istituzione ecclesiale tedesca in quanto tale. L’ultimo dossier della Conferenza episcopale di Germania spiega come fra i ventidue milioni di fedeli teutonici soltanto il sei per cento va regolarmente messa. Mentre i matrimoni si sono ridotti a meno di un terzo. In calo sono anche le parrocchie costrette a chiudere per mancanza di fondi. Benedetto spiega che ciò che serve non è altro che «una vera e personale testimonianza di fede degli operatori della Chiesa». E per questo critica il fatto che «nelle istituzioni ecclesiali — ospedali, scuole, Caritas — molte persone sono coinvolte in posizioni decisive che non supportano la missione della Chiesa e quindi spesso oscurano la testimonianza di questa istituzione» mentre «i testi ufficiali della stessa Chiesa in Germania sono in gran parte scritti da persone per le quali la fede è solo ufficiale».
Il richiamo alla demondanizzazione è una ripresa di un discorso pronunciato nel 2011 a Friburgo. Due anni prima di rinunciare al papato, Ratzinger esortò la Chiesa a «distaccarsi dal mondo» in quella che fu interpretata come un’esortazione a non adattarsi al mondo moderno. «Entweltlichung», demondanizzazione appunto, parola tratta dal filosofo Martin Heidegger, per il Papa emerito non era tuttavia adeguata in quanto non ha «espresso a sufficienza» l’aspetto positivo della sua argomentazione. Per Ratzinger, infatti, la Chiesa non deve fuggire dalle cose del mondo. Il suo compito non è separare il bene dal male, perché essa stessa «è fatta di grano e loglio, di pesci buoni e cattivi». E ancora: «Non è quindi questione di separare il buono dal cattivo, ma di dividere i credenti dai non credenti». C’è nella Chiesa tedesca, sembra voler dire Benedetto, una parte che non crede, e che vuole aperture contrarie alla strada del Concilio.